Il 9 maggio del 1980 il Consiglio Federale decide di riaprire le frontiere e di far riapprodare in Italia i calciatori stranieri, cosa che non accadeva dal 1966, quando gli azzurri di Fabbri vennero eliminati malamente dalla Corea del Nord. Nell’estate del 1980 si riversano nel campionato italiano calciatori di notevole spessore come Falcao, Brady e Krol, ma anche quelli che si riveleranno i classici bidoni (vedi Luis Silvio Danuello, Eneas, Sergio Fortunato). La regola di poter tesserare un solo straniero rimane in vigore per due stagioni (1980-82), il Cesena, appena promosso in A al termine del campionato 1980-81, è alla disperata ricerca di un attaccante in grado di garantirgli le reti necessarie per restare in massima serie. Alla fine, la scelta cade su un riccioluto attaccante austriaco con i baffi: Walter Schachner. La società del Presidente Lugaresi sborsa qualcosa come 700 milioni di lire per accaparrarsi il calciatore, punta titolare della Nazionale austriaca. Nato a Leoben il primo febbraio del 1957, all’età di 14 anni perde il padre. Deve il suo soprannome “Schoko” a sua madre, che portava sempre Chok’lad (Schoko) con sé alle partite del figlio. Da allora, i suoi amici l’hanno iniziato a chiamare semplicemente “Cioccolato”. Schachner cresce calcisticamente nelle squadre del suo paese, militando prima nell’ESV St. Michael, per poi passare, nel 1975, all’Alpine Donawitz. Nella 2° Division austriaca (la nostra serie B) Schachner segna una caterva di reti (65 in 72 partite), tanto da esordire, nel 1976, in Nazionale in una gara di qualificazione per i Mondiali del 1978 in Argentina. Mondiali che vedranno tra i convocati anche il giovane Schachner, autore di una rete (contro la Spagna).
Le luci della ribalta sono ormai focalizzate sul biondo attaccante (1,80×73), un mix di velocità e potenza, che nel 1978 si trasferisce nelle fila dell’Austria Vienna. Anche il triennio in maglia bianco-viola è ricco di soddisfazioni: tre titoli nazionali consecutivi e una Coppa d’Austria (1979-80), a cui si aggiungono per ben due volte (1978-79 e 1979-80) il titolo di capocannoniere. Schachner segna a raffica anche in Bundesliga: 24 reti il primo anno; 34 il secondo anno (che gli valgono la Scarpa di bronzo) e “solo” 13 il terzo.
La chiamata dall’Italia è inevitabile. In Romagna rimane due stagioni, ed è grazie anche alle sue reti (9) che i bianconeri ottengono una miracolosa salvezza al termine della stagione 1981-82, mentre non basteranno le 8 marcature la stagione seguente, quando il Cesena di Bolchi retrocederà in serie B. I tifosi rimangono talmente entusiasti dell’austriaco che nel 1981 fondano le Weisschwarz Brigaden (la brigata bianconera) in omaggio proprio a Schachner. Con il Cesena in B per Schachner è il momento di cambiare aria.
Nel 1983, il Torino arriva a pagare 3 miliardi di lire per portare l’attaccante alla corte di Bersellini. Il tecnico granata piazza Schachner al centro dell’attacco con Selvaggi e Hernandez ai lati e Dossena trequartista. Risultato: Schachner firma quella che sarà la sua stagiona più prolifica in Italia con 8 reti in campionato e altrettanto in Coppa Italia (dove si laurea capocannoniere della manifestazione). Nella stagione 1984-85, il nuovo tecnico Radice gli preferisce Serena come punta centrale, con conseguente spostamento di Schachner a seconda punta. Le realizzazioni diminuiscono (7 in campionato e 1 in Coppa Italia), mentre il Torino sfiora addirittura lo scudetto piazzandosi alle spalle del Verona campione d’Italia. Nella stagione 1985-86, il Torino non ripete il campionato della stagione precedente, i piemontesi chiudono al 4° posto ben lontani della prime posizioni, venendo eliminati presto anche dalla Coppa Uefa. L’annata di Schachner non è proprio da ricordare, l’austriaco, infatti, chiude la stagione con 8 realizzazioni totali (3 in campionato, 4 in Coppa Italia e 1 in Coppa Uefa).
Il periodo in maglia granata è ormai giunto al capolinea, così nell’estate del 1986 ecco il passaggio al Pisa. La squadra toscana, retrocessa in B al termine della stagione 1985-86, causa lo scandalo del Totonero-bis, viene ripescata in serie A. Ad una manciata di giorni prima dell’inizio del campionato, però, la Corte di Appello annulla il giudizio di primo grado e ripesca in serie A l’Udinese (precedentemente spedito in B) infliggendogli una penalizzazione di nove punti. Il Pisa, così, viene nuovamente rispedito in cadetteria e costretto a cedere Schachner
1986/87
Sulla forte punta austriaca si fiondano il Brescia, l’Udinese e l’Avellino. La squadra di Vinicio, che ha preso il posto di Robotti poco prima dell’inizio della Coppa Italia, è alla disperata ricerca di una punta di esperienza. Partito Diaz, Schachner sembra il profilo giusto su cui puntare. Alla fine, sono proprio gli irpini a spuntarla grazie anche ad un’offerta difficilmente rinunciabile. Al Pisa vanno un miliardo più Cecconi, mentre il calciatore firma un contratto da 600 milioni di lire, una villa (di Graziano) a Vietri sul Mare e biglietti Napoli-Vienna ogni 15 giorni per lui e sua moglie: “Torno in provincia e per me è un modo per ricordare la mia stagione più bella, il primo anno a Cesena” sono le prime parole in biancoverde.
L’austriaco esordisce nel derby interno contro il Napoli (0-0 alla 3° giornata), poi gioca quasi sempre titolare fino all’undicesima giornata (0-0 nella trasferta contro l’Inter), quando rimedia un cartellino rosso. Nonostante un Avellino a trazione anteriore con Bertoni e Alessio esterni e Dirceu in cabina di regia, l’austrico è ancora a secco di reti. Al rientro dalla squalifica Schachner non trova più la maglia da titolare, con Vinicio che piazza il giovane Tovalieri al centro dell’attacco biancoverde. L’austriaco sembra smarrito non trovando il guizzo decisivo nemmeno quando viene chiamato in causa. Per vedere la pima rete di Schachner in maglia biancoverde bisogna aspettare la 20° giornata, quando nella trasferta di Como (vinta dai lupi per 2-1) realizza (da subentrato) la rete del momentaneo 2-0.
Vinicio, così, decide di riproporre nuovamente l’attaccante dal primo minuto la giornata seguente, ma è nella trasferta di Udine (22° giornata) che Schachner esplode in tutta la sua forza, se l’Avellino seppellisce di reti l’Udinese (6-2 il risultato finale) è anche grazie alla doppietta (la prima e unica in biancoverde) del baffuto attaccante. Schachner gioca dall’inizio anche le gare contro Torino e Brescia, ma proprio in quest’ultima è costretto ad uscire per via di un infortunio che lo terrà fuori dal campo per poco più di un mese. L’Avellino, intanto, colleziona punti pesanti (vedi le vittorie contro il Milan e l’Atalanta) che proiettano la squadra ad una più che meritata salvezza. Schachner ritorna in campo alla 29° giornata, risultando subito decisivo nella vittoriosa trasferta di Empoli, gara vinta (1-0) proprio grazie ad una rete dell’attaccante. Schachner termina la sua prima stagione in biancoverde tra luci ed ombre, chiusa con 19 presenze all’attivo e 4 reti. Vinicio, dopo l’iniziale fiducia, ha tenuto più volte in panca l’attaccante austriaco rispolverandolo nel finale, positivo, di stagione.
1987/88
La stagione 1987/88, purtroppo, non parte sotto i buoni auspici. L’arresto del presidente Graziano genera confusione in società con conseguente immobilismo sul mercato. La rosa è praticamente quella del campionato appena trascorso, ma le partenze di Dirceu e Alessio pesano come un macigno. L’arrivo del solo Anastopoulos non tranquillizza l’ambiente irpino, nonostante il campionato 1987/88 vedrà solo due retrocessioni e con l’Empoli che parte ai nastri partenza con un handicap di 5 punti. La permanenza di Schachner in Irpinia rimane in bilico per tutta l’estate, la società offre praticamente il calciatore a destra e a manca senza riuscire, però, a cedere l’attaccante. Complice l’incertezza che regna non solo su Schachner ma su tutto l’ambiente irpino, prima della partenza per il ritiro l’attaccante austrico decide di allenarsi intensamente, anche in vista di una possibile cessione in Austria, dove il campionato inizia prima, nella sua città natale, Leoben.
Una volta confermato, il “pre-ritiro” effettuato in Austria dà i suoi effetti in Coppa Italia e nella parte iniziale del campionato. La nuova coppia Anastopoulos-Schachner sembra funzionare, e se l’Avellino passa il primo turno di Coppa Italia è proprio grazie al nuovo tandem (tre reti per il greco e due per l’austriaco). Lo stato di grazia di Schachner continua anche in campionato, l’austriaco timbra il cartellino per ben quattro volte nelle prime cinque gare (a segno contro Torino, Verona, Roma e Fiorentina). Le sue reti, però, non fruttano punti. Dopo cinque turni di campionato la squadra irpina annaspa nei bassifondi della classifica, a farne le spese è Vinicio che viene sostituito da Bersellini. Il cambio di allenatore, almeno inizialmente, non porta giovamento. La crisi di risultati non continua a cessare con i lupi sempre più invischiati nella lotta per non retrocedere.
Anastopoulos finisce ben presto in panchina, mentre Schachner, dopo un’altra rete alla Sampdoria all’8° giornata, rimane a secco fino alla 15° giornata, quando, su rigore, sigla la sua sesta rete stagionale (contro l’Inter). Il girone di ritorno si apre differentemente: pari a Torino, vittoria contro il Verona (con i due punti che mancavano dalla gara di esordio !) e pari in quel di Roma. Dopo la pesante sconfitta nel derby contro il Napoli (0-4), l’Avellino conquista due punti nelle gare contro Fiorentina (20°) e Cesena (21°; entrambe finite 1-1) grazie ai due penalty realizzati da Schachner, cecchino implacabile dal dischetto. La classifica, però, è sempre deficitaria. Vittoria con la Juventus (1-0), sconfitta contro la Sampdoria (0-2), poi tre pareggi consecutivi contro Milan (0-0), Como (0-0 con tanti rimpianti) e Pescara (1-1). La partita interna contro una diretta concorrente, il Pisa, risulta cruciale ai fini della permanenza in massima serie. A decidere l’incontro è proprio Schachner che, grazie ad una progressione impressionante, finalizza un bel lancio di Colomba e permette all’Avellino di restare a galla. Questa, però, sarà l’ultima rete di Schachner in maglia biancoverde.
Un’ammonizione rimediata nella penultima di campionato contro l’Empoli gli costa la squalifica. L’Avellino, nella partita più importante della stagione, si gioca la permanenza in serie A senza il suo capocannoniere. Alla squadra di Bersellini, purtroppo, il miracolo non riesce (nonostante i 16 punti conquistati nel girone di ritorno contro i 7 dell’andata), il pari contro l’Inter (1-1) costa la retrocessione in serie B, con Anastopoulos, sostituto dell’austriaco, che finisce la gara anzitempo per via di un’espulsione. La stagione dell’austriaco si chiude con 29 presenze e 9 reti più 6 gare e 3 reti in Coppa Italia. Con la retrocessione dell’Avellino in serie B termina anche l’avventura in Italia di Schachner, che nel 1988 ritorna in Austria (Sturm Graz), chiudendo definitivamente con il calcio giocato solo nel 1998. A 41 anni chiude una carriera fatta di 234 reti impreziosite da altre 23 con la propria Nazionale. Anche se qui in Irpinia si domandano ancora: cosa sarebbe successo con Schachner in campo in quel maledetto 15 maggio 1988?