Ugo Di Fazio: il calciatore-soldato morto nella guerra d’Etiopia

Avellino, inizi anni ’20. La Prima Guerra Mondiale è finita da poco ma gli strascichi del conflitto sono ancora vivi nella Nazione che, da lì a poco, vedrà la famosa marcia su Roma (ottobre del 1922) portare al potere il Fascismo. Sullo spiazzale del Piazza d’Armi il pallone ha ripreso a rotolare, almeno il giovedì pomeriggio e la domenica, giorni in cui il Distretto Militare autorizza la squadra a giocare a calcio. Calcio che ad Avellino è ancora agli albori, anche se la nascita ufficiale porta la data 1912. La squadra irpina gioca principalmente amichevoli, disputando vari tornei sia provinciali che regionali fino al 1929, quando l’A.S. Avellinese disputa per la prima volta il suo primo campionato ufficiale: la terza Divisione Campania. Sul Piazza D’Armi si organizzano provini, nei giorni programmati si selezionano aspiranti giovani calciatori e volenterosi avanguardisti da inserire in squadra, sotto lo sguardo attento dei calciatori più anziani. Probabilmente, in questo contesto, si inserisce Ugo Di Fazio: ufficiale della 144° Legione CC. NN. di stanza ad Avellino. Di Fazio nasce a Palma Campania (NA) il 27 settembre del 1893, arruolatosi come soldato di leva nel Regio Esercito, partecipa alla Prima Guerra Mondiale raggiungendo il grado di Tenente. Congedatosi nel 1919, viene nuovamente riassunto in servizio dal 1921 al 1923. Aderisce al partito fascista con cui prese parte alla Marcia su Roma poi, anche se non si conosce l’anno esatto, entra a far parte della Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale e assegnato, appunto, alla 144° Legione Camice Nere “Avellino”.

Di Fazio

Bisogna ricordare che il Piazza D’Armi veniva usato principalmente per le esercitazioni militari e solo due volte in settimana lasciava spazio al divertimento, con le porte che venivano montate e smontate al termine delle partite. Probabilmente invaghito dal gioco del calcio, Di Fazio entra a far parte dell’Unione Liberi Calciatori Avellinesi e la sua presenza ci viene lasciata il 23 settembre del 1923, quando viene disputata la prima partita ufficiale dell’Avellino calcio. Al Piazza D’Armi, alle ore 16:00, va in scena l’incontro di foot-ball U.L.C. Avellinesi-U.S. Santangiolese (squadra di S. Angelo dei Lombardi). Costo del biglietto: 1 lira. Scriveva Nicola Archidiacono sulla Gazzetta del Mezzogiorno: “I giocatori arrivavano sul campo già pronti, indossando le magliette di gioco ed i pantaloni e si levarono il vestito civile, deponendolo ai lati delle porte, sicche’ il portiere, fra una parata e l’altra, poteva dare un’occhiata. Quella di Avellino poteva contare sul portiere Galasso, terzino destro Affabile, terzino sinistro Spagnuolo, mediani Pellecchia, Picariello e Tino, ala destra Sorrentino, ala sinistra Adolfo Gigliotti, mezzali Solimene e Silvestro, centrattacco Antonio Gigliotti. Tra le riserve utilizzati pure Ugo Di Fazio, Bertazzoni, Furlanetto, Griesi e Iannuzzi”.

Una formazione dell’Avellino del 1925-26: Di Fazio è il quarto in piedi da sinistra

Causa la scarsità di notizie e di foto di quel periodo del Di Fazio, sportivamente parlando, si perdono le tracce. La sua carriera militare, però, continua. I venti di guerra ritornano a soffiare in Italia. Le manie di grandezza di Mussolini sfociano nella guerra d’Etiopia. Nel maggio del 1935, Di Fazio viene movimentato per le esigenze legate alla situazione in Africa Orientale, che lo portano a sbarcare a Massaua il mese successivo a comando della 2ª  Compagnia del I° Battaglione Camice Nere. Gli avversari ora non vestono più magliette e pantaloncini ma indossano fucili e mitragliatrici. Il campo dove si esibisce non è quello polveroso del Piazza D’Armi ma quello roccioso dell’Etiopia. Il mattino del 27 febbraio del 1936, a comando della sua Compagnia, Di Fazio viene mandato a dar manforte agli alpini sui costoni dell’Uork Amba, ai cui piedi sciamano migliaia di abissini. Nell’arco della giornata gli assalti dei nemici si fanno sempre più insistenti, e proprio in uno di questi Di Fazio viene colpito a morte, una pallottola lo colpisce in pieno petto.

La tomba di Di Fazio ad Uork Amba

Il suo coraggio non viene dimenticato e le sue azioni sull’Uork Amba gli valgono una medaglia d’oro al valor militare. L’Avellino sportiva, invece, non dimentica il suo ex calciatore e il 7 luglio del 1940 inaugura il rinnovato impianto sportivo. Il campo “Littorio” diventa “Ugo Di Fazio” in onore proprio del militare caduto in guerra. Complice anche dal fatto che spesso e volentieri durante il Fascismo si era solito idolatrare i caduti. Caduto il regime, infatti, ogni riferimento al fascismo verrà cancellato così come il nome di Di Fazio, con il campo di via Mancini che riprenderà la sua vecchia denominazione di Piazza d’Armi.

L’inaugurazione del nuovo impianto sportivo “Ugo Di Fazio”
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