“Avellino? Ho vinto campionati, ma in Irpinia ho trascorso i due anni calcistici più belli della mia carriera”. Esordisce, così, Stefano Trinchera: difensore-goleador dell’ultimo Avellino targato Sibilia. Cresce calcisticamente con il Lecce, poi, dopo aver fatto tutta la trafila delle giovanili, arriva in prima squadra; l’esordio in serie A è datato 29 agosto 1993: Lecce-Milan 0-1. Sonetti, allenatore dei pugliesi, punta su Trinchera per fermare le bocche di fuoco milaniste: “Incredibile, non me l’aspettavo! Sonetti venne il venerdì pomeriggio a comunicarmi che avrei giocato, mi disse se ero pronto e mi affidò l’incarico di marcare Papin. Io gli dissi che ero pronto, ma, in realtà, mi tremavano le gambe. Vinse il Milan con un gran gol di Boban, noi disputammo una bella partita e sfiorammo il pari più volte; prendemmo pure un palo con Baldieri”. I due anni trascorsi con la maglia del Lecce, però, si concludono con due cocenti retrocessioni. Trinchera disputa 25 presenze in massima serie e 19 in serie B, paradossalmente, rimarranno le uniche nelle rispettive categorie: “Mi sono trovato in un periodo difficile, la società era in difficoltà. Non ho niente da rimpiangermi, ho sempre dato il massimo”. Nel 1995 il Lecce lo cede, in prestito, al Casarano; Trinchera, infatti, entra nello scambio che porta Francioso e Cucciari in giallorosso: “Al termine della stagione, una volta scaduto il contratto, mi trovai svincolato. Era da poco entrata in vigore la Legge Bosman”. Nel 1996 cambia nuovamente casacca, destinazione Giulianova: “Entusiasmo a mille. E pensare che quando arrivai io parlavano di salvezza, per loro era già un grande risultato. I tifosi si ricordano ancora del derby vinto contro l’Ascoli. Arrivammo ai play off e sfiorammo la B persa nella semifinale contro l’Ancona (poi promosso, ndr)”. Dopo l’esperienza in Abruzzo arriva, anche, quella in Sicilia; nel 1997, Trinchera, scende in C2: “A Trapani mi avevano promesso che sarebbero stati ripescati in C1. La cosa non avvenne e così, a ottobre, passai alla Turris”. Anche l’esperienza con i corallini termina con la retrocessione (terza e ultima della sua carriera), la Turris, allenata da Geretto, perde i play out contro la Lodigiani.
1998/99
Nonostante il finale -negativo- di stagione, le buone prestazioni di Trinchera non passano inosservate. Sibilia, dopo la partenza di Baldini, è alla ricerca di un difensore centrale da affiancare a Di Meo, Trinchera è l’ideale: “Conoscevo Sibilia solo tramite giornali e televisioni; una figura storica con forte passione per il calcio e per il territorio. Io mi legavo a una grande piazza: quella giusta per potermi rilanciare”. L’Avellino batte il Savoia all’esordio (gol vittoria proprio di Trinchera), ma, durante il campionato, la squadra non entra mai nelle zone alte della classifica, mancando sempre l’appuntamento decisivo: “Era una squadra compatta, dietro sempre coperti, non a caso prendemmo solo ventuno reti quell’anno (la difesa meno battuta della stagione, ndr). Ci mancava qualcosa per competere con le prime, potenzialmente non avevamo i numeri “. L’Avellino conquista la salvezza solo all’ultima giornata, togliendosi, nell’arco del campionato, piccole soddisfazioni. La squadra di Geretto conquista punti importanti in trasferte proibitive come Palermo e Castellamare di Stabia, togliendosi lo “sfizio” di espugnare il San Paolo dove il Savoia (poi promosso in B) gioca le sue gare intere: “Ero diventato la bestia nera del Savoia. Moxedano, ogni volta che mi vedeva, mi rinfacciava sempre la cosa. Dopo aver vinto contro il Savoia (0-1 con rigore di Trinchera a tempo scaduto, ndr), Sibilia andò dal proprietario di casa e mi pagò l’affitto”. Nonostante il campionato al di sotto delle aspettative, Sibilia sorprende tutti facendo terminare la stagione con l’allenatore che l’aveva iniziata. Geretto rimane, così, uno dei pochi allenatori (l’altro è Giammarinaro), a fregiarsi di tale titolo: “Sibilia aveva un approccio molto diretto, a volte aggressivo. Con Geretto creò un rapporto molto confidenziale, il mister aveva le sue idee ma assecondava molto il Presidente”. Trinchera chiude la sua personale stagione con 31 presenze in campionato e 7 reti (4 rigori), più 2 presenze in Coppa Italia serie C. Come, facilmente, pronosticabile risulta tra i più positivi della squadra con una media voto di 6,19.
1999/00
L’estate del ’99 si apre con una notizia che scuote l’ambiente irpino: Sibilia ha ceduto la società a Berlusconi. La bufala dura poco, Berlusconi nega ogni cosa (L’Avellino? È come la Patagonia, dirà) e il presunto mediatore, tal Scafuro, scompare nel nulla. Sibilia rimane, così, in sella alla società: “Si vedeva che il Commenda era, ormai, rassegnato. Era presente, sempre nel vivo, ma non si vedevano grosse prospettive”. Anche lo stesso Trinchera, pezzo “pregiato” della squadra e più volte sul piede di partenza, viene riconfermato e nominato capitano. L’Avellino parte male e, sin da subito, si attesta nelle zone medio-basse della classifica. Stanco dei risultati poco convincenti Sibilia esonera, dopo sette giornate, Belotti (alla prima esperienza nei campionati professionistici), al suo posto ecco arrivare Mancano: l’allievo di Zeman. Il nuovo allenatore non si presenta nei migliori dei modi, infatti, al primo allenamento diretto il tecnico offende i calciatori chiamandoli pecore e mongoloidi: “Tutto vero. Mancano si presentò male, sbagliò l’approccio con la squadra. Venivamo da un periodo poco positivo, avevamo bisogno di autostima, invece, ci trattò come ragazzini”. Al termine della seduta tecnica la squadra chiede l’allontanamento di Mancano ma Sibilia non cambia parere, anzi, accusa gli stessi calciatori di scarso impegno.I risultati, però, non arrivano nemmeno con il nuovo tecnico, con Mancano in panchina l’Avellino disputa tre gare, uscendo sconfitto in tutte e tre le occasioni. Fatale il ko interno contro la Nocerina (0-1), l’Avellino, dopo dieci partite, è penultimo in classifica: ”Al termine della partita contro la Nocerina, Sibilia si arrabbiò moltissimo con me. Noi, in campo, davamo sempre il massimo, purtroppo, mancavano i risultati”. Altro giro, altra corsa. Sul bollente scanno avellinese, dopo Belotti e Mancano, arriva il terzo tecnico del campionato, Mario Russo: “Russo, a differenza di Mancano, capì la situazione che stavamo vivendo. Fu molto bravo a gestire lo spogliatoio e facemmo un buon girone di ritorno, arrivando anche in finale di Coppa Italia serie C“. Con Russo in panchina l’Avellino rialza la testa tirandosi, ben presto, fuori dalla zona play out. Decisivo il buon andamento della squadra durante il girone di ritorno, chiuso con 26 punti conquistati che garantiscono all’Avellino la salvezza diretta. A far da contorno alla stagione il raggiungimento della finale di Coppa Italia serie C: “Quelle fu una mezza impresa, in Coppa ci togliemmo belle soddisfazioni. Ci fu anche un buon seguito di pubblico nella finale contro il Pisa, sia in casa che in trasferta, purtroppo, ci andò male“. Trinchera chiude la stagione con 32 presenze in campionato e 8 reti (4 rigori), collezionando anche 11 presenze in Coppa Italia C e 3 reti (2 i rigori). In scadenza di contratto, e visto il valore di mercato, al termine della stagione Sibilia tenta il rinnovo: “Il Commenda fece di tutto per trattenermi ma io volevo andare in serie B ”. Si chiude, così, dopo due anni l’esperienza in biancoverde di Trinchera. Il suo palmares, d’altronde, parla chiaro: 76 gare ufficiali condite da 18 reti: non male per un difensore.
2000/10
E la serie B non tarda ad arrivare. Nell’estate del 2000 arriva il trasferimento al Crotone: “Feci un buon precampionato, poi, ci furono dei problemi con Cuccureddu “. In Calabria rimane fino a gennaio del 2001 (nessuna presenza in campionato), prima del passaggio alla Reggiana; in Emilia conquista due salvezze (entrambe ai play out). Nel gennaio del 2003 passa al Brindisi, in C2, conquistando due secondi posti senza ottenere, però, la beata promozione. Promozione che viene raggiunta nella stagione 2004/05 con la casacca del Manfredonia, con tanto di gol dell’ex nel doppio confronto di Coppa contro l’Avellino. Chiuderà la carriera con il Brindisi (intervallate dalla parentesi con la Ternana) con cui vincerà un campionato di serie D. Appese le scarpe al chiodo, Trinchera, ha intrapreso la carriera dirigenziale prendendosi, anche, la qualifica di Agente Fifa.
“ Ho vinto campionati, ma in Irpinia ho trascorso i due anni calcistici più belli della mia carriera”.
Stefano Trinchera: il difensore goleador