Salvatore Fresta: l’ultimo idolo di Avellino

“Pronto…. Totò, ma ancora giochi?; “Faccio l’Amatori, ancora la butto dentro”. Per Salvatore Fresta, d’altronde, non possono che parlare in numeri in maglia biancoverde: 123 presenze ufficiali e 35 reti distribuite tra Campionato (29), Coppa Italia (2), Coppa Italia di serie C (2) e Play Off (2). Cinque stagioni (di cui due a campionato in corso) con all’attivo una promozione, quella del 1994/95, dopo i play off vinti contro il Gualdo. La sua carriera inizia nella periferia romana, dopo aver giocato nell’Etruria, nel 1988 passa al Casalotti. Qui disputa due campionati di Promozione: secondo posto nella stagione 1988/89 e primo nel 1989/90 (con 7 reti all’attivo) con annessa promozione nell’allora Interregionale. Nel suo primo anno in quarta serie (1990/91) Fresta disputa 31 presenze andando a segno 9 volte. L’ottima annata gli vale un provino con Lazio di Zoff, ma dopo quindici giorni di prova arriva la doccia fredda: “Sei bravo, ma non sei pronto per la serie A” gli dirà il Dino Nazionale . Altro giro ed altra corsa, dopo la Lazio arriva un altro provino questa volta con esito positivo. L’allora direttore sportivo Iacubucci lo porta, nel 1991, al Taranto. “Ad inizio anno c’era Nicoletti, poi dopo qualche giornata arrivò Vitali. Per me è stato un secondo padre, un maestro vita. Non ebbe esitazioni a buttarmi dentro, nonostante la mia giovane età”.  Il triplo salto non scompone l’attaccante romano nonostante in squadra militassero calciatori esperti e navigati come Muro e Lorenzo. Fresta si ritaglia il suo spazio  e colleziona 19 presenze e 2 reti in campionato, la più importante, però, la realizza nello spareggio salvezza contro la Casertana, rete che risulta decisiva per la permanenza in B dei pugliesi: “Vitali a fine partita venne da me e mi disse di dire che il gol era da fare a metà con Lorenzo (anche le immagini non chiariscono la cosa), ma il gol era mio, l’ho toccata io la palla. Sta anche scritto nel libro della Storia del Taranto calcio”.  Inizia con i pugliesi anche la stagione 1992/93: quattro gare fino ad ottobre, poi il trasferimento in C1 all’Avellino.

Taranto-Casertana 2-1 (spareggio per la permanenza in B): Fresta firma la rete della vittoria

1992/93

L’Avellino è fresco di retrocessione, la discesa in serie C1 è ancora mal digerita dalla piazza ritornata in terza serie dopo vent’anni trascorsi tra serie A e B. Per risollevare le sorti della squadra il presidente Tedeschi si affida ad una vecchia bandiera irpina, Adriano Lombardi: “Grande persona. È stato una bandiera, era uno che voleva bene alla città”. Fresta, invece, giunge nel mercato di ottobre, inserito nello scambio con Bertuccelli: ”L’offerta dell’Avellino era vantaggiosa (ingaggio di 100 milioni netti), non solo dal punto di vista economico. E poi andavo a giocare in una grande piazza, la categoria non c’entrava. A Taranto si iniziavano a percepire quei problemi societari che poi hanno portato al fallimento e così firmai un triennale con i lupi”.

Entusiasta fu anche l’allora presidente Tedeschi: ”Credo molto in questo ragazzo. Abbiamo faticato non poco per portarlo ad Avellino”. L’inizio del campionato vede un Avellino partito in sordina, sempre lontano dai primi posti  e soprattutto carente in zona goal. Al termine della stagione, che vedrà l’Avellino chiudere al sesto posto, la squadra di Lombardi realizzerà solo 17 reti, con Fresta “capocannoniere” a quota 5. La prima realizzazione con gli irpini arriva alla 10° giornata (“Contro chi?”;  Lodigiani; ah ecco, ora mi ricordo), rete che vale la vittoria;  l’ultima giunge alla 30° quando realizza la sua prima rete in un derby contro la Salernitana, vinto per 1-0, con Fresta match winner: “Quella fu una grandissima gioia, specialmente se l’avversario si chiamava Salernitana….. contro i rivali di sempre. In campo, invece, fu una vera battaglia. Giocammo sotto una pioggia tremenda, quella segnatura me la porterò sempre dentro. È stata una delle emozioni più belle vissute ad Avellino. Per noi non fu un’annata brillante, ma quei due punti valsero l’intera stagione.”

Avellino-Salernitana 1-0: Fresta decide il derby

1993/94

Il 1993 è l’anno in cui, in serie C, entrano in vigore i play off e i tre punti in caso di vittoria. L’Avellino, passato intanto da Lombardi ad Esposito, non si nasconde e punta decisamente ad un campionato di alta classifica. Purtroppo i buoni propositi verranno subito smentiti, l’Avellino disputerà un campionato al di sotto delle aspettative evitando i play out solo a due giornate dal termine. A fare da contorno alla stagione negativa il susseguirsi di ben tre allenatori: Esposito, Di Somma (“Grande persona. Da fuori sembrava un rude, ma dentro era buonissimo. Da lui ho solo imparato”) e Ansaloni. L’unica soddisfazione è stata aver eliminato la Lazio (compagine di serie A) dalla Coppa Italia: “La prima volta che giocai all’Olimpico fu con il Taranto, ero emozionatissimo. Quando ci tornai con l’Avellino ci prendemmo una bella soddisfazione, gli facemmo il c….”.

In azione

Anche Fresta viene risucchiato nel polverone disputando una stagione tra luci ed ombre. Eppure, il reparto offensivo di quell’anno comprendeva, oltre a Fresta, anche Bertuccelli e Libro, due calciatori che in serie C avrebbero dovuto garantire un certo numero di reti. Fresta chiude il campionato con all’attivo 29 presenze e 6 reti (2 su rigore), realizzando all’11° giornata, contro il Nola, la prima doppietta in biancoverde. La sua personale stagione viene impreziosita dalle 2 reti in Coppa Italia (contro Bari e Ancona) e quella in Coppa Italia di serie C.

1994/95

La migliore stagione trascorsa da Fresta in maglia biancoverde, paradossalmente, non nasce sotto i buoni propositi, anzi. Sibilia, dopo aver rilevato la società, nell’estate del 1994, opera una vera e propria piazza pulita, tra questi anche Fresta ad un passo dal Pisa: ”Sibilia mandò via tutti quelli della gestione Tedeschi, ma io avevo ancora un anno di contratto. Dovevo andare al Pisa ma, dopo molte incertezze, la squadra fallì. Fresta, così, “torna” nuovamente ad Avellino ma per lui gli spazi sembrano chiusi. Nel reparto offensivo, infatti, Papadopulo può contare su Provitali, Minuti, Di Giannatale oltre a Capocchiano. Ma la prematura bocciatura di quest’ultimo e l’infortunio di Provitali fanno cambiare idea a Papadopulo che, dopo la cessione di Giannatale, si trova “costretto” a puntare su Fresta: “Ci furono problemi dopo la partita interna contro il Siracusa e così mi richiamarono…. è stata una fortuna per entrambi”. Non uscirà più !

Provitali-Fresta

Dopo la completa guarigione di Provitali (“Con lui mi sono trovato benissimo, faceva certe sponde!!!”), i due vanno a formare una delle coppie più complete e prolifiche dell’intera serie C. È la migliore stagione anche dal punto di vista realizzativo: ben 9 reti in 27 gare di campionato. Ma è nei play off che arrivano le reti più importanti di tutto l’anno, infatti, nel doppio confronto contro il Siracusa Fresta sigla due reti pesantissime. All’andata realizza la rete che dimezza lo svantaggio (“Una delle più belle, insieme a quella di tacco contro l’Empoli”), nel ritorno firma la rete che vale la finale. Un’espulsione gli farà saltare la sfida contro il Gualdo. Dopo tre anni di inferno l’Avellino torna nuovamente in B: “Quella squadra era stata attrezzata per vincere. Era composta da grandi giocatori: Minuti, Esposito, Provitali e Fioretti, solo per citarne qualcuno”. Con una media voto di 6,46 risulterà il migliore per rendimento, ma tutto questo non basterà a fargli rinnovare il contratto. L’Avellino sale in B, Fresta rimane in C: destinazione Alessandria.

Avellino-Siracusa (ritorno semifinale Play off) 1-0: la rete di Fresta che vale la finale

1996/97

L’Avellino nel frattempo è nuovamente ritornato in C1. Sibilia non demorde e tenta nuovamente la scalata alla B, affidando a Zoratti una squadra di tutto rispetto. L’Avellino parte bene (6 punti nelle prime due gare), il resto è un calvario. Fresta ritorna in Irpinia nel novembre del ’96 dopo l’esperienza in Piemonte (38 presenze 5 reti in un anno e poco più), andando a prendere il posto di Guidoni. L’Avellino lotta per salvarsi, in panchina dopo Zoratti arriva Di Somma, ma è con Casale che la squadra cambia marcia, conquistando 15 punti nelle ultime 10 gare che permettono alla squadra di agguantare la salvezza diretta con una giornata di anticipo. Gli irpini sono carenti in fase offensiva (solo 27 reti segnate), Fresta, che bomber non è mai stato, chiude la stagione con 19 presenze e 6 goal: tutti pesanti. Le reti, in trasferta, contro Gualdo, Fermana ed Ischia valgono pareggi importanti, ma è contro l’Ascoli che l’attaccante realizza la partita perfetta: “Avevo quaranta di febbre! Casale venne in albergo dicendomi che avrei giocato. Tu posizionati in area, il resto lo avrei fatto da solo”.

Con la fascia di capitano

L’Avellino batte l’Ascoli 4-1, Fresta sigla la tripletta che significa salvezza matematica. C’è anche l’incontro in sede per il rinnovo, ma alla fine il banco salta. Cinquanta i milioni che separano l’attaccante (che ne chiedeva 150 e che avanzava ancora vecchie pendenze) e Sibilia (fermo a 100). Alla fine Fresta (dopo che si parlò anche di un interessamento del Celtic Glasgow, voce che, invece, venne messa in giro da l’allora procuratore di Fresta) firma per il Cosenza: “Mi dispiace veramente per il pubblico, ero molto attaccato alla piazza ed ho temporeggiato con il Cosenza proprio perché qui mi trovavo bene; probabilmente il presidente non la pensava così. Lascio una seconda casa, una famiglia vera alla quale credo di aver dato tanto ed il cui affetto e calore, difficilmente troverò altrove. Ma il calcio è anche questo”.  Queste furono le sue parole in un’intervista rilasciata al Mattino.

Avellino-Ascoli 4-1: una delle tre reti di Fresta

1997/2001

Nella stagione 1997/98 vincerà, con i calabresi, il campionato di C1; punto fermo del tridente di Sonzogni formato da lui, Margiotta e Tatti. Ci scapperà anche il gol dell’ex in un Cosenza-Avellino 3-1: “Ma esultai poco, alzai solo il braccio. A fine partita andai sotto la curva e venni applaudito. Soviero, invece, si beccò solo fischi”. Giocò, da titolare, anche il return match al Partenio: “Grande emozione, infatti, non giocai bene. Quando vidi la Curva Sud iniziarono a tremarmi le gambe”. Ma il treno che Fresta non prende è quello della serie A. Nel 1998 sembra quasi fatta con l’Empoli (appena salito in massima serie), ma lui strappa l’accordo (contratto di un anno) e ritorna nuovamente in C1, andando a firmare un biennale con la Juve Stabia: “Ad Empoli mi offrivano un anno di contratto, per giunta con un ingaggio bassissimo. Sei la nostra quinta punta, mi dissero, ma io di stare fermo non ci pensavo proprio e così andai a Castellamare. Alla fine fu un peccato, perché quell’anno, ad Empoli, si fecero male tutti gli attaccanti”.  Le due stagioni con le vespe si chiudono  con una finale play off persa ed una retrocessione, in C2, dopo i play out. Nel 2000/01 firma con l’ambizioso Savoia, poi a gennaio approda al Como, sempre in C1. In riva al lago conquista, grazie alle sue reti (6 in 15 gare), un’altra promozione in B: la terza in carriera.

2001/02

Nella prima parte della stagione 2001/02, Fresta, disputa solo due spezzoni di gara. Nel mercato di riparazione arriva l’ennesima chiamata da parte dell’Avellino: “Mi ritagliai 12 presenze e 3 gol stando fermo un mese per infortunio. Ci salvammo. Con me l’Avellino si è sempre, almeno, salvato”. Le movenze non sono più le stesse, la falcata non è quella dei tempi d’oro. Un infortunio lo condiziona, ma quando è in giornata non c’è avversario che tenga. Chiude la stagione con tre reti, ma quelle contro la Vis Pesaro (gran botta all’incrocio) e Viterbese (colpo di testa in tuffo), sono il suo regalo d’Addio, questa volta definitivo: “La società non si fece viva, volevano allestire una squadra giovane. Io avevo ancora un contratto con il Como e a fine anno ritornai lì”.

Nell’ultima stagione in maglia biancoverde

Ritorna a Como (nel frattempo approdato in A), chiudendo con il professionismo dopo le esperienze di Mantova e Vittoria. Il resto è storia conosciuta. Storia di un ragazzo che, causa alcune scelte infelici, ha trovato difficoltà nella vita di tutti giorni una volta smessi i panni di calciatore. Ma questo fa parte della vita privata di Salvatore, noi vogliamo ricordarlo così:

Abbiamo un grande sogno
in fondo al nostro cuore
che vinca l’Avellino
unico grande amore
e quando Totò Fresta
la rete gonfierà
un solo grande grido
dalla curva si alzerà

TOTOGOL, LA LA LA LA LA LA
TOTOGOL, LA LA LA LA LA LA….

Tutti i numeri di Fresta con la casacca biancoverde:

“Non mi è mai piaciuto apparire, nemmeno davanti alle telecamere. Sono sempre stato umile, disponibile, pulito. Uno che nella vita e in campo ha sempre dato tutto e credo siano state queste le virtù che i tifosi  hanno più apprezzato di me…. sono uno  di CUORE”.

Firmato: Totò Fresta
error: Il contenuto è protetto