Roberto Morinini: lo svizzero di Avellino

Sembra essere uscito da un film di spionaggio l’accordo che avvenne tra Morinini e l’Avellino. Dopo l’ottima stagione alla guida dell’Atletico Catania (preso nei bassifondi della classifica e portato sino ai play off), il presidente etneo Proto, il giorno 23 giugno, con tanto di comunicato ufficiale, annuncia l’accordo per il rinnovo del contratto con l’allenatore svizzero. Ore 5.30 del 24 giugno: Morinini e il d.s. Nucifora lasciano l’albergo e volano verso l’Irpinia. Ore 13.30: un raggiante Sibilia annuncia Morinini come nuovo allenatore dell’Avellino stagione 1997/98. Con una telefonata a Proto (“Siamo stati traditi” dirà), il tecnico svizzero spiega così la sua scelta di rifiutare il rinnovo: “Non credo di avere garanzie valide per un lavoro di alto livello”. Per Nucifora l’accordo c’era, ma verbale: “Non capivamo perché la società tentennava a farci firmare. Morinini s’è sfogato con me lamentandosi e, siccome Sibilia continuava a chiamarmi, abbiamo deciso di andare da lui per un colloquio. Poiché la sua proposta è stata ottima, abbiamo accettato”. Le prime parole di Morinini (si parla di 250 milioni d’ingaggio a confronto dei 120 dell’anno prima), entusiasta della scelta, sono: “Questa piazza non mi spaventa. So che Sibilia vuole vincere e farò di tutto per poterlo accontentare”. Praticheremo una zona accorta, voglio un Avellino che sappia sviluppare le sue qualità. Punterò su un 4-4-2 che possa all’occorrenza diventare un 5-2-3, la squadra dovrà essere tenace e determinata per rispecchiare il temperamento della gente d’Irpinia”.  Anche Nucifora (per lui un ritorno dopo l’esperienza del 1994/95) esprime solo parole positive: “Ringrazio il presidente per la fiducia, anche perché so che ha programmi vincenti”. Sibilia, invece, dopo aver ingaggiato uno dei migliori allenatori della categoria, vuole un campionato di vertice: “E’ inutile che cerchi di coccolarmi (Nucifora, ndr), se non righi dritto ti rispedisco a casa”.

Sibilia e Morinini

L’Avellino, d’altronde, punta alla B. Sibilia, per agguatare la promozione, si affida al tecnico svizzero passato alle cronache calcistiche, quando, in sella al Lugano, eliminò l’Inter dai trentaduesimi di Coppa Uefa. La squadra è di tutto rispetto, anche se completamente rifondata rispetto all’anno prima: Sassanelli tra i pali, Baldini, Di Meo e Fasce in difesa, Anaclerio, Abeni, Bugiardini e Alessio a centrocampo, Micciola e Cecchini in attacco, solo per fare qualche nome. L’Avellino, però, dopo le prime giornate non è la squadra ammazza campionato che si ci aspettava. E’ un inizio di stagione fatto di alti e bassi, pochi squilli, con Sibilia sempre pronto a mettere in discussione il tecnico, costretto a lavorare con una squadra che, praticamente, cambia ogni settimana. Basta vedere il mercato di Ottobre, chiuso con sei acquisti e altrettanti cessioni, mercato mal digerito da Morinini che presenterà le dimissioni poi rientrate. Il “suo” Avellino inizia ad ingranare dopo l’11° giornata: vittoria contro l’Acireale, pari esterno contro la Juve Stabia e vittoria contro il Casarano (2-0 alla 13°), che permette alla squadra di agguantare i play off. Dopo il passo falso contro la capolista Cosenza, arrivano altri tre risultati positivi contro Nocerina (0-0), Fermana (2-0) e Battipagliese (0-0), con l’Avellino che chiude il girone d’andata al quarto posto a quota 24 punti. Il tutto sembra presagire al meglio, alla riapertura del mercato Morinini chiede un ulteriore sforzo alla società. Serve un attaccante d’area di rigore: Elia non convince, Cecchini, Vadacca e Matzuzzi non sono punte vere, mentre il brasiliano Leandro si rivela una meteora. Sibilia fa orecchie da mercante e dopo le due sconfitte contro Palermo e Ternana decide per l’esonero del tecnico, che lascia la squadra a tre punti dal quinto posto: “Non posso rimproverarmi nulla, ho lavorato con passione. Avrò un ricordo eccellente di un ambiente sano e passionale che vive di calcio con grande dignità. Il ricordo più bello resta l’eccezionale pubblico, che ci è sempre stato vicino anche nei momenti più bui”. Partito Morinini arriveranno Fanesi e Criniti, con Sibilia che affiderà la panchina prima a Lombardi e poi a Cerantola, senza centrare nemmeno i play off. Morinini chiuderà la sua esperienza in Irpinia con 24 punti in 19 gare, frutto di 6 vittorie, altrettanti pareggi e 7 sconfitte, con una media punti di 1,33 a gara. Si è spento nel marzo del 2012, a 60 anni, dopo una lunga malattia dovuta a un tumore maligno.

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