Ravanelli e l’Avellino: storia di un amore mai sbocciato

Le tre stagioni trascorse da Ravanelli con la maglia del Perugia avevano attirato parecchie attenzioni su quell’attaccante che, a nemmeno vent’anni, siglava reti a grappoli. Ben 41 tra C2 e C1, tutte realizzate con la squadra della sua città natale: il Perugia. Nel 1989 il presidente dell’Avellino, Pier Paolo Marino, anticipa tutti e porta, alla corte di Sonetti, Fabrizio Ravanelli (classe 1967): “Avvertii subito una strana atmosfera, non c’era grande fiducia nei miei confronti”. Resta il fatto che, almeno inizialmente, Sonetti concede la maglia da titolare a Ravanelli, sia nella gara di Coppa Italia che nelle prime tre gare di campionato: “Laggiù non stavo bene, non riuscivo ad esprimermi, sbagliavo le giocate più elementari, non segnavo un gol neppure nelle partitelle d’allenamento”.  Contro il Pisa entra ad inizio ripresa, gioca titolare a Trieste, subentra a gara iniziata ad Ancona, partendo titolare anche a Catanzaro (ottava giornata), in quella che sarà la sua ultima gara in bianco verde, ma di reti nemmeno l’ombra: “Volevo lasciare, mi consultai con mio padre. Mi volevano bene ad Avellino, i compagni di squadra, come Amodio e Gentilini, mi dicevano che era assurdo rinunciare alla B”. Ad ottobre l’Avellino decide per il prestito e parcheggia Ravanelli nella vicina Caserta; in coppia con Campilongo firma 12 reti, con la Casertana che termina la stagione nelle zone alte della classifica.

Nel 1990 l’Avellino lo riprende, in panchina c’è Oddo, ma le cose non cambiano:” Ero uno dei pochi scapoli, vivevo a Mercogliano, una vita difficile per chi come me era senza famiglia”. Il tempo di svolgere la preparazione ed ecco il trasferimento definitivo:” Marino fece il possibile per trattenermi, ma io volevo una squadra del Nord. Anche per ragioni di vetrina, e difatti passai alla Reggiana. Sono rimasto all’Avellino due mesi, poi sono scappato, sono stati due mesi da incubo”.  Ravanelli chiude la parentesi Irpina con appena sette presenze, più tre in Coppa Italia: davvero una miseria. La vendetta, d’altronde, è un piatto che va servito freddo e Ravanelli presenta il conto il 25 novembre 1990, dodicesima giornata, al Partenio va di scena la partita Avellino-Reggiana: “Quando mi presentai con la Reggiana fui accolto male, ed oltretutto segnai il gol della nostra vittoria (2-1), non auguro a nessuno di passare quel che ho passato io a fine partita”. L’ottima annata (16 reti) gli vale la chiamata della Juve che spende la bellezza di 3 miliardi di lire. Con i bianconeri, in seguito, vince praticamente tutto: Scudetto, Champions League, Coppa Uefa, Coppa Italia e Supercoppa Italiana, conquistando anche la maglia della Nazionale, ma questa è un’altra storia. 

Nell’Avellino 1989-90
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