Milan-Avellino (1978-79): l’esordio in serie A

Agguantata la storica, prima, promozione in massima serie, l’Avellino si appresta ad affrontare il campionato con la consapevolezza di non sfigurare nemmeno in serie A. Il calendario, però, non è stato certo benevolo con la truppa di Marchesi costretta ad affrontare nelle prime tre gare di campionato squadre dal calibro di Milan, Lazio e Torino. L’esordio dell’Avellino in serie A, infatti, inizia dalla porta principale: il San Siro di Milano, “La Scala del calcio”. Marchesi ha puntato forte sul gruppo proveniente dalla B, puntellando la squadra con acquisti mirati e di esperienza.

Pre gara

Anche per il tecnico irpino arriva, dopo la gavetta tra C1 (Montevarchi e Mantova) e B (Ternana), l’esordio in massima serie: <<Inutile dirlo, per noi è un incontro molto difficile. Giocheremo al San Siro nella “Scala del Calcio” e questo fatto potrebbe incidere negativamente sull’emotività dei giocatori. Per chi non lo sapesse, l’Avellino scenderà in campo con sette/otto esordienti: scusate se è poco. Naturalmente è chiaro che sotto l’aspetto tecnico non possiamo competere con i nostri avversari. Dovremo perciò correre e sacrificarci in campo; dovremo chiuderci ma non subire l’iniziativa costante dei rossoneri: sarebbe un errore fatale>>. Ben altro umore, e soprattutto obiettivi, in casa rossonera. Il Milan punta a un campionato di vertice, ma la gara contro l’Avellino crea non pochi grattacapi a Liedholm. Il tecnico svedese, reduce dalla fatica di Coppa UEFA dove il suo Milan ha vinto sul Kosice solo ai calci di rigore, non si fida delle neopromosse: “Con le avversarie provenienti dalla B, la mia squadra si è sempre trovata in difficoltà. Dobbiamo affrontare la partite con una certa prudenza, anche se l’obiettivo del Milan resta quello di un debutto vittorioso”. Il “Barone” spende parole anche per l’ex Tosetto: “Ha avuto un’annata sfortunata” e su Roggi, ritornato in campo dopo due anni di stop forzato: “E’ un giocatore che merita un posto in squadre di alto rango, sempre che i suoi guai fisici siano definitivamente archiviati”.

Caso Lombardi

Scelta la formazione da mandare in campo, Marchesi affida il numero dieci sulle spalle di Lombardi con conseguente distinta consegnata all’arbitro Mattei. Poiché non ci sono ancora i cartellini federali (non ancora pervenuti alle società) la distinta è compilata tramite documenti d’identità, manca, però, quello di Lombardi: “L’avrete voi” incalza il rosso di Ponsacco nei confronti di Stazi (dirigente accompagnatore) che ribatte: “Te l’abbiamo restituito”. Mentre la polemica interna resta, bisogna trovare una soluzione. Negli spogliatoi si presenta un notaio di Avellino per il riconoscimento, ma non può testimoniare perché fuori dal distretto di competenza. Nel concitato pre-match si cerca anche una polaroid in modo da preparare una foto per chissà quale documento. Lombardi perde la pazienza. Mattei è inflessibile e, secondo la Gazzetta dello sport, dichiara: “Lombardi, la conosco benissimo, però a norma di regolamento senza un documento ufficiale di riconoscimento non posso autorizzarla ad andare in campo”. Nascono contraddizione e smentite. La lega, in una comunicazione del 26 luglio 1978, scrive: Per i giocatori sprovvisti di tessera federale e di un documento d’identità è necessario, sempre che gli stessi siano riconosciuti personalmente dall’arbitro, una dichiarazione scritta dell’arbitro stesso. Se Mattei ha veramente detto tale frase a Lombardi, avrebbe dovuto, e potuto, farlo giocare tramite una sua dichiarazione. Lombardi non gioca, si parla addirittura di una ripetizione della gara in quanto l’Avellino, forzatamente, ha dovuto rinunciare al suo capitano. La società, volontariamente, non attua nessun ricorso; Iapicca, al termine della gara, commenterà: “Siamo sportivi e accettiamo il verdetto del campo”.

L’arbitro Mattei

La partita

L’Avellino si presenta all’appuntamento con la storia con ben sette esordienti, che diventeranno otto al termine della partita: Boscolo, Galasso, Montesi, Mario Piga, Piotti, Reali, Tacchi e il subentrante Romano. Marchesi si affida a un 4-4-2 molto elastico, con De Ponti e Tacchi pronti a ripiegare per dare manforte alla fase difensiva. Per bloccare le bocche di fuoco milaniste, il tecnico irpino piazza Cattaneo su Chiodi e Reali su Novellino, affidando a Boscolo e Montesi il compito di arginare l’inventiva di Rivera. Avellino senza il suo uomo migliore, il Milan, invece, si presenta alla prima senza Bigon e Capello. Partono meglio gli ospiti, saliti a Milano senza timori reverenziali. Primo tempo molto equilibrato con poche occasioni sia dall’una che dall’altra parte. La più nitida occasione la crea l’Avellino che, al 10’, sfiora il vantaggio con De Ponti, ma la sua spaccata, su invito di Galasso, finisce fuori dopo che Albertosi aveva sbagliato i tempi di uscita. Il Milan è imbrigliato nella morsa biancoverde e, nei primi quarantacinque minuti, non riesce mai a creare grossi grattacapi alla difesa irpina, con Piotti chiamato in causa solo per svolgere ordinaria amministrazione. Chi crede a un Avellino catenacciaro si ricrede ben presto, la squadra di Marchesi è tutt’altro che rinunciataria. Chiusa la prima frazione con una sterile superiorità del Milan, nella ripresa la musica non cambiava. Il Milan attuava una pressione continua, ma l’Avellino chiudeva ogni varco e, diretto con disinvoltura da Roggi, ripartiva con azioni di alleggerimento. Il Milan, al 57’, reclamava un rigore (presunto fallo di Piotti su Chiodi) ma Mattei lasciava correre. Al 63’ erano ancora gli irpini a sfiorare il vantaggio, ma il cross dell’ex Tosetto attraversava tutto lo specchio della porta di Albertosi senza trovare nessuno per il tap-in vincente. Al 68’ Buriani, dal limite dell’area, sparava alto dopo una corta respinta della difesa irpina. Tutto, ormai, faceva presagire al pareggio quando, a dieci dal termine, il Milan passava in vantaggio. Punizione di Rivera, Cattaneo respingeva sui piedi di Collovati che rimetteva in mezzo il pallone, Buriani ci metteva lo stinco e batteva imparabilmente Piotti. Era il gol decisivo. S’infrangeva così il sogno dell’Avellino, salito a Milano, a detta di tutti, come vittima sacrificale, ma sceso con la convinzione di giocarsi le sue chance salvezza.    

La rete di Buriani

Interviste post gara

Nel post partita Liedholm non nasconde le difficoltà incontrate dal suo Milan: “La fatica di Kosice (120 minuti di Coppa UEFA, ndr) è rimasta nelle gambe e questo spiega in parte la brutta partita. L’Avellino con la sua velocità e il suo collettivo ci ha tenuto a freno con una certa disinvoltura. Ma chi ora ride perché la mia squadra ha faticato a vincere per 1-0 non sa ancora se gli riuscirà a fare altrettanto con i ragazzi del mio amico Marchesi”. Anche Maldera elogia i biancoverdi: “Questa matricola ha i numeri per fare strada. Si sono chiusi sempre con ordine mettendoci spesso in difficoltà”.  L’unica voce fuori dal coro è quella del capitano Rivera: “Difficile giocare con gente che si difende in undici per non prendere gol”. Animi opposti in casa Avellino. Nonostante lo stop forzato a Lombardi e l’emozione dell’esordio, la truppa di Marchesi non ha demeritato, anzi: “E’ stata una stupida questione di documenti dimenticati, con Lombardi in campo la cerniera difensiva della mia squadra sarebbe stata ben più solida con adeguate garanzie anche per il contropiede, pur se il giovane Tacchi non ha per nulla demeritato. Contavo molto sullo spirito di riscossa di Tosetto, ma evidentemente il ritrovarsi per la prima volta a San Siro come avversario ha frenato un po’ l’iniziativa dell’ex rossonero. Credo comunque che l’Avellino, dopo questa prova, possa affrontare a testa alta il cammino in serie A”.

L’Avellino sceso in campo al San Siro

1 ottobre 1978, 1° giornata

Milan-Avellino 1-0

Milan: Albertosi 6, Collovati 5,5, Maldera 6, De Vecchi 5,5, Bet 5,5, Baresi 6, Buriani 6,5, Antonelli 5 (46’ Sartori 5), Novellino 5,5, Rivera 5,5, Chiodi 5. In panchina: Rigamonti, Morini. All.: Liedholm

Avellino: Piotti 6,5, Reali 6, Boscolo 6, Montesi 6,5, Cattaneo 6, Roggi 6,5, Galasso 6, Mario Piga 5,5, De Ponti 5,5, Tacchi 6 (69’ Romano 6), Tosetto 6. In panchina: Cavalieri, Marco Piga. All.: Marchesi

Arbitro: Mattei di Macerata

Marcatore: 80’ Buriani

Ammoniti: Galasso, Roggi, e Baresi

Note: Giornata fredda, terreno in discrete condizioni. Angoli 16-3 per il Milan.

Spettatori: 40 mila circa (abbonati: 11.300; paganti: 25.403). Incasso di 114 milioni e 945.700 lire.

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