Quindicesima di campionato, ultima giornata d’andata della stagione 1984/85; l’Avellino di Angelillo cerca, al Partenio, l’impresa: battere il Verona che arriva in Irpinia forte del primo posto in classifica. Gli scaligeri comandano il campionato forti dei loro 22 punti con Inter e Torino subito dietro a quota 20: alla squadra di Bagnoli serve un punto per laurearsi Campione d’inverno. L’Avellino, invece, naviga in una posizione di classifica ben diversa, la truppa di Angellilo cerca, in casa, i punti per la salvezza: “Dopo il Verona affronteremo la Roma, l’Inter e la Juventus. La nostra salvezza dovremo guadagnarcela proprio costringendo le grandi a segnare il passo, incominciando dal Verona”. Il tecnico irpino è alle prese con alcune defezioni, fuori Vullo (squalificato) con Colombo e Diaz a mezzo servizio. Chi scalpita è Faccini – veronese doc – pronto a sostituire Diaz in caso di forfait dell’argentino: “Se mi capiterà l’occasione di giocare e di poter segnare, non me la farò sfuggire. Noi lottiamo per salvarci ed io sono alla ricerca della grande opportunità per mettermi in luce “. Chi è sicuro di partire dall’inizio è Barbadillo, il peruviano, match winner nell’ultima gara contro gli scaligeri, non conosce altro risultato al di fuori dei due punti: “Già una volta ho battuto la squadra di Bagnoli e voglio concedere il bis. Conta soprattutto il risultato“. Classifica a parte (sono 10 i punti di che dividono le due squadre) l’Avellino, per sconfiggere i veneti, si affida, anche, alle statistiche. Nei tre precedenti in serie A, al Partenio, il Verona ha sempre perso e mai segnato: 2-0 nella stagione 1978/79, 3-0 nel campionato 1982/83 e 1-0 nell’ultima stagione trascorsa. Lo scudetto d’inverno passa dal Partenio. I tifosi irpini, però, rischiano di non assistere alla gara, nella settimana precedente alla partita, l’Irpinia, e tutta l’Italia, è sommersa da un’abbondante nevicata che ha, praticamente, inginocchiato tutta la Nazione: il Partenio è ricoperto da 70 cm di neve. I club biancoverdi organizzano squadre di spalatori volontari che, nel giro di qualche giorno, liberano le tribune dalla neve caduta mentre uno spazzaneve libera il campo rendendolo praticabile. Le proibitive condizioni della viabilità, con le strade in gran parte ghiacciate e con la temperatura ampiamente sotto zero, impedisce al pubblico della Provincia di assistere alla sfida come lo dimostreranno i nemmeno cinquemila paganti che assistettero al match.
Nonostante il campo pesante, liberato a tempo di record dalla neve, le due squadre danno vita a una gara vibrante e combattutissima; Angelillo recupera Diaz e incolla De Napoli a Briegel, mentre Bagnoli, privo del duo offensivo Galderisi-Elkjaer, sposta Fanna in attacco. Il Verona soffre, sin da subito, l’agilità di Barbadillo e Diaz mente un ispirato Colomba conferisce qualità al gioco avellinese. Nella prima frazione di gioco gli ospiti recriminano per un presunto rigore ai danni di Fanna (su cui pioveranno palle di neve lanciate dal pubblico) poi, al 33’, arrivava il vantaggio dei padroni di casa. Un indemoniato Barbadillo si liberava di Fontolan e crossava al centro un pallone sul quale si avventava Diaz che calciava di sinistro, Volpati, nel tentativo di contrastare il tiro, deviava di ginocchio spiazzando Garella.
Nemmeno il tempo di gustarsi il vantaggio che il Verona perveniva al pareggio: Bruni calibrava un preciso traversone per Marangon che, sebbene accerchiato da difensori irpini, colpiva di esterno sinistro alle spalle dell’incolpevole Paradisi. L’Avellino non accusava il colpo e reagiva prontamente. Al 43’ Diaz sfiorava il nuovo vantaggio ma, il suo sinistro a giro, colpiva la base del palo a Garella battuto. A inizio ripresa Angelillo, a sorpresa, lasciava negli spogliatoi Colomba per inserire Colombo (mi serviva maggiore copertura, dirà a fine partita il tecnico), la manovra, così, perdeva di lucidità ma, inconsapevolmente, il cambio si rivelava determinante. Il biondo centrocampista entrava subito nel vivo quando, al 61’, sfiorava la rete ma la sua botta ravvicinata veniva deviata sul palo da Garella. Tutto faceva presagire a un pareggio complice, anche, la stanchezza di entrambe le squadre costrette a giocare la gara su un campo al limite della praticabilità. Il Verona, però, non aveva fatto i conti con Colombo, il centrocampista (in dubbio fino all’ultimo) aveva ancora la forza di far esplodere, da una trentina di metri, la bomba che andava a morire nel sette di un esterrefatto Garella, regalando un successo preziosissimo all’Avellino. Negli spogliatoi Angelillo esaltava i suoi: “I ragazzi sapevano che la vittoria era indispensabile e si sono battuti al massimo per conseguirla. E’ questo l’Avellino che mi piace, combattivo, energico e vitale“. Per Colombo quinto centro in campionato: “Ci ho preso gusto, sbaglia chi pensa che io abbia sparato a casaccio. In realtà ho mirato all’angolino più lontano…… è andata bene“. Sugli scudi anche Ramon Diaz, autore di una buona prova: “Finora abbiamo avuto tanta sfortuna e stavamo continuando ad averla anche con il Verona. Due pali sono sempre due pali. Meno male che ci ha pensato Colombo nel finale. Sarebbe stato un pareggio ampiamente immeritato per noi“. Bagnoli, dopo quattordici partite utili consecutive, accetta la sconfitta, il Verona, nonostante il ko, è Campione d’inverno: “L’Avellino ha giocato bene, d’altronde, ci aspettavamo l’aggressività e l’impegno della squadra di Angelillo. Avevamo fronteggiato bene la situazione, poi è arrivato quel gol quando ormai non potevamo più trovare l’occasione per rimettere le cose a posto“. Per l’Avellino due punti importantissimi che gli permettevano di chiudere a quota quattordici il girone d’andata (erano i punti che ci avevamo prefissato, dirà Angelillo) ma, cosa più importante, la vittoria avrà risconti storici. Il Verona vincerà il suo primo e unico scudetto perdendo, nell’arco della stagione, solo due gare: Avellino e Torino (in casa). Per la squadra di Angelillo quella, contro il Verona, sarà la vittoria più bella del campionato, merito anche dei tifosi irpini che, armati di pale e badili fino a poche ore prima del fischio d’inizio, resero possibile tale miracolo sportivo.
13 gennaio 1985, 15° giornata
Avellino-Verona 2-1
Avellino: Paradisi 6,5, A.Ferroni 6,5, Lucarelli 6,5, De Napoli 6,5, Amodio 6,5, Zandonà 6, Pecoraro 6, Tagliaferri 6,5, Diaz 7, Colomba 7 (46’ Colombo 7), Barbadillo 8 (89’ Faccini s.v.). In panchina: Coccia, Murelli, Casale. All.: Angelillo 7
Hellas Verona: Garella 6, Volpati 5,5, L. Marangon 6,5, Tricella 6, Fontolan 5, Briegel 5,5, Fanna 6,5, Bruni 6, Turchetta 5,5, Di Gennaro 5,5, Sacchetti 5,5. In panchina: Spuri, F. Marangon, Donà, Residori, M.Ferroni. All.: Bagnoli 5,5
Arbitro: Redini di Pisa 6
Marcatori: 33’ autorete di Volpati (Av), 38’ L. Marangon, 84’ Colombo (Av)
Ammonito: Turchetta
Note: 23.857 spettatori di cui 18.989 abbonati e 4.868 paganti. Incasso di 45.851.000 lire