Il Torneo di Viareggio, manifestazione riservata alle squadre “Primavera”, è considerato uno dei più importanti tornei di calcio giovanile per club a livello mondiale. La prima edizione ufficiale è datata 1949, poi nel corso degli anni ha preso sempre più prestigio arrivando ad assumere una rilevanza internazionale con l’apertura al torneo a formazioni di tutto il mondo. La nascita della UEFA Youth League nel 2013 (competizione che mette di fronte le formazioni Under-19 delle migliori squadre europee) ha però offuscato negli ultimi anni il torneo, causandone un progressivo declino. Basti pensare che squadre blasonate come Milan, Juventus e Inter (le squadre più titolate), dopo la nascita della Youth League, hanno disertato sempre più spesso la manifestazione. Anche l’Avellino ha preso parte più volte al Torneo di Viareggio, la squadra irpina però quasi sempre è uscita al primo turno (sei volte su sette presenze), piazzandosi al quarto posto nell’edizione del 1982.
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L’esordio dei biancoverdi al famoso torneo arriva nel 1980 (32° edizione), quando gli irpini vengono inseriti nel girone A insieme a Fiorentina, River Plate e Aris Salonicco. Pari (1-1; Black) contro i greci, poi due sconfitte consecutive contro River Plate (0-1) e Fiorentina (1-2; Morelli) condannano l’Avellino all’ultimo posto in classifica: Fiorentina punti 5; River Plate p.4; Aris Salonicco p.2; Avellino p.1. Da sottolineare le buone prestazioni di Ferrante (in pianta stabile in prima squadra con presenze già in serie A) in un team che vedeva la presenza di elementi come Di Leo, Pozza, Carnevale e Tolio.
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L’Avellino ritorna al Viareggio nel 1982. La rinuncia all’ultimo momento del Benfica permette ai biancoverdi di Caramanno di accedere al torneo. È sicuramente la “Primavera” più forte mai vista: Cervone in porta, Pecoraro in difesa, De Napoli e Maiellaro a centrocampo, Marulla in attacco, solo per fare qualche nome. L’Avellino viene etichettato come “Cenerentola” del torneo, ma i risultati ottenuti al termine della stagione 1981/82 diranno ben altro: vincitrice della Coppa Italia di categoria e finalista per la vittoria dello scudetto (persa poi contro il Cesena di Arrigo Sacchi). Come nel 1980, l’Avellino ritrova nuovamente la Fiorentina, poi Milan e Rijeka completano il girone. La squadra di Caramanno parte forte: vittoria contro il Milan (2-0; doppietta di Marulla), pari contro la Fiorentina (0-0) e roboante vittoria contro il Rijeka (3-0; Marulla, Gambino, autorete di Marsich). I lupi chiudono il girone al primo posto in virtù della migliore differenza reti: Avellino e Fiorentina punti 5; Milan 2; Rijeka 0. Nei quarti arriva la Roma vincitrice dell’ultimo torneo e una delle favoritissime alla vittoria finale. I novanta minuti terminano in parità (0-0) e solo i tiri dal dischetto (5-3) permettono all’Avellino di agguantare la meritata semifinale. L’Avellino è per la prima volta, e purtroppo sarà l’unica, tra le prime quattro. Contro la Fiorentina è di nuovo parità (0-0), ma questa volta a sorridere sono i gigliati che approdano in finale (poi vinta contro l’Ipswich Town davanti a dodicimila spettatori) dopo la vittoria ai calci di rigore (4-5; per i lupi fatale l’errore dal dischetto di Serafino). La finalina per il terzo e quarto posto vede l’Avellino sconfitto (0-1) dal Dukla Praga, squadra di primo rango a livello giovanile e già vincitrice di svariate volte (6) del torneo. Marulla, invece, vince la classifica marcatori con tre reti insieme a Monelli (Fiorentina).
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Nel 1987, i lupi allenati da De Biase escono malamente dopo aver incassato tre sconfitte: Fiorentina (0-1); Genoa (0-1) e Platense (1-2; Cuofano), con i biancoverdi che chiudono il girone ultimi in classifica: Genoa punti 5; Fiorentina p.4; Platense p.3; Avellino p.0. Nel 1990, i lupi escono nuovamente al 1° turno per via della peggior differenza reti: vittoria contro lo Slavia Praga (4-3; tripletta di Raimo, Cuofano) e sconfitta contro il Napoli (0-2). La classifica vede tutte e tre le squadre a quota due punti, ma a passare come prima sarà il Napoli. In rosa elementi come i difensori Franchini e Scognamiglio (“prestato” dalla prima squadra), i centrocampisti Sullo, D’Alessio, Ferraro e Pecchia, in avanti Raimo (già esordiente in serie B) che grazie alla tripletta rifilata alla Slavia Praga vince la classifica marcatori insieme a Basciu (Fiorentina) e Cappellini (Milan).
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Non va meglio l’edizione del 1992 con sconfitte contro compagini attrezzate come Napoli (0-3) e Torino (0-2), intervallate dai due punti conquistati contro gli inglesi del Nottingham Forest (1-0; Messina) che non bastano per qualificarsi: Napoli punti 5; Torino p.4; Avellino p.2; Nottingham Forest p.1.
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Dopo l’edizione del 1992 le partecipazioni della squadra “Primavera” dell’Avellino diventano sempre più sporadiche. Per rivedere nuovamente la squadra biancoverde al torneo bisogna aspettare il 2006, ma il risultato non cambia: eliminazione al primo turno. L’Avellino perde le prime due gare contro il Newcastle (0-1) ed Empoli (1-4; Gilfone), pareggiando (0-0) contro l’Inter Soccer Boston. Empoli e Newcastle si qualificano chiudendo il girone in testa a quota 7 punti, mentre Avellino e Inter Boston Soccer terminano a quota 1. L’ultima apparizione dei biancoverdi è datata 2013, ma anche qui, nonostante il secondo posto nel girone, arriva l’ennesima eliminazione al 1° turno. I lupi impattano contro gli australiani dell’APIA Leichhardt (2-2; Doppietta di Amedoro), venendo poi sconfitti dalla Juventus (1-2; Pellegrino). A nulla serve la vittoria contro il Maribor (2-1; Pellegrino, Amedoro). Ai sedicesimi passa solo la Juventus (7 punti); poi Avellino (4 p.); Maribor (3 p.) e APIA Leichhardt (2 p.) chiudono il girone. L’edizione del 2024 vede nuovamente la partecipazione dei biancoverdi (la terza dopo il 1992, praticamente una ogni dieci anni: 2006; 2013; 2024), con la squadra di mister Biancolino inserita nel girone insieme al Mavlon (squadra nigeriana), le Jovenas Promesas (squadra spagnola) e la Rappresentativa di Serie D. Con l’obiettivo, e la speranza, di qualificarsi al turno successivo, qualificazione che manca dal lontano 1982. L’Avellino e il Torneo di Viareggio: una pagina da riscrivere.