Inter-Avellino 1-1 (1987-88): l’ultima in serie A

Milano 1° ottobre 1978; Milano 15 maggio 1988. Si chiude un ciclo, si chiudono i dieci anni più belli dell’Avellino calcio. I lupi ammainano bandiera, arrivederci serie A. Tutto era iniziato proprio quel primo ottobre del ’78, l’Avellino di Marchesi esordiva in massima seria nella Scala del calcio; dieci anni dopo, sempre a Milano, l’Avellino lasciava mestamente la serie A. A nulla valse la riforma dei campionati che vide la retrocessione di sole due squadre (la serie A passava da 16 a 18), né tantomeno la penalizzazione dell’Empoli (partito con 5 punti di penalità), tutto inutile. Stagione balorda, paradossale iniziata come peggio non poteva. Il terremoto calcistico scoppia nel maggio del 1987 con l’arresto del presidente Graziano, la società entra in crisi e di conseguenza l’allestimento della squadra. Vanno via prezzi i pregiati (Alessio e Dirceu su tutti), arriva il greco Anastopoulos più un manipolo di giovani (Gazzaneo, Sormani, Francioso), troppo poco per restare in A. L’avvio incerto in campionato costa la panchina a Vinicio, che dà le dimissioni dopo cinque gare e due punti all’attivo. Arriva Bersellini, ma l’Avellino arranca sempre. Chiude il pessimo girone d’andata con all’attivo sette punti: una miseria. Qualcosa cambia nel girone di ritorno, la cura Bersellini sembra iniziare a dare i suoi frutti. L’Avellino recupera terreno e ottiene vittorie importanti. Alla 27° batte, nello scontro salvezza, proprio il Pisa lasciando per la prima volta la penultima posizione. Perde, alla 28°, contro l’Ascoli, vincendo, alla 29°, contro l’Empoli. A 90’ dalla fine i giochi non sono ancora chiusi. Per decretare la seconda retrocessione bisogna aspettare l’ultima giornata. Alla 29° la classifica recita: Como e Pescara 24; Ascoli 23; Pisa e Avellino 22; Empoli 18 (retrocesso in B). L’ultima di campionato non è certo favorevole agli irpini costretti a giocarsi la permanenza in A contro l’Inter (ancora in cerca di un posto Uefa). Stesso discorso per il Torino, che in quel di Pisa cerca il pass per l’Europa. Più abbordabili gli incontri di Como (in casa contro il Milan alla ricerca del punto scudetto), Pescara (in trasferta a Empoli) e Ascoli (in casa con il Cesena). Classifica alla mano a rischiare di più sono proprio gli irpini e il Pisa, anche perché un eventuale arrivo a pari punti di due o più squadre condannerebbe (nella maggior parte delle ipotesi) allo spareggio proprio queste ultime due. Insomma, per l’Avellino non c’è altro risultato al di fuori della vittoria.

Pre gara

Tutta l’Irpinia si mobilita per la trasferta milanese. La società assieme alla giunta comunale e a un pool d’imprenditori irpini, mette a disposizione una sessantina di milioni per organizzare i viaggi in treno e in pullman. A Milano saranno in 5 mila. Bersellini è fiducioso e porta tutta la squadra in ritiro per preparare al meglio la gara contro l’Inter: “I giocatori sono in forma e non mi spaventa neppure la possibilità di un eventuale spareggio. I ragazzi hanno ancora tanta birra in corpo. Se ci salviamo, vado a piedi da Milano sino a Borgotaro (paese d’origine, ndr). Anche in casa nerazzurra le cose non vanno meglio. La squadra allenata da Trapattoni cerca contro l’Avellino, la vittoria che vale l’accesso alla prossima Coppa Uefa: “Rispetto la forza dell’Avellino, ma non dimentichiamo che giochiamo a San Siro e che l’Inter ha tutte le carte in regola per fare sua la partita”. Anche il presidente Pellegrini alza la voce: “E’ impensabile che nel momento in cui il Milan festeggia lo scudetto, i tifosi interisti debbano subire anche l’onta di non entrare in Uefa. Non posso neanche prendere in considerazione la possibilità che l’Inter resti fuori dal giro europeo”.

Tifosi irpini presenti a Milano

La gara

“Voi per l’Uefa, noi per la vita” è lo striscione che compare nella curva dove sono assiepati i tifosi avellinesi. Avellino che arriva a Milano senza il suo uomo migliore, Walter Schachner, con Bersellini costretto a giocarsi la carta Anastopoulos, da lui dipende tutto il peso dell’attacco irpino. Parte meglio l’Inter che, al 4’, passa subito in vantaggio. Lancio di Altobelli per Serena che, di prima, serve Minaudo che, da pochi passi, infila Di Leo nell’angolo basso.

1-0 Minaudo

Subita la doccia la fredda l’Avellino sembra accusare il colpo affacciandosi raramente dalle parti di Zenga. La rete del pari, infatti, arriva solo da palla inattiva. Minuto 33’, angolo di Bertoni e testa di Gazzaneo che sbuca tra un nugolo di difensori. Al 36’ arriva quella che poteva essere la svolta del match. Scifo rifila una gomitata a Gazzaneo con conseguente espulsione. Nonostante l’uomo in più, la squadra di Bersellini non sfrutta a dovere la superiorità non dando mai l’impressione di dover vincere per forza. Anzi, è l’Inter a sfiorare nuovamente il vantaggio, ma, al 49’, Baldas annulla una rete ad Altobelli. A complicare ulteriormente la partita ci si mette Anastopoulos. Il greco, al 54’, rifila una gomitata a Bergomi e lascia, anche lui, anzitempo la gara. Bersellini, privo di punte, inserisce prima Di Mauro per Gazzaneo e poi Grasso per Murelli. I minuti scorrono inesorabilmente, ma, all’86’, l’Avellino ha un ultimo sussulto. Cross di Colomba, Bertoni in mezza rovesciata coglie in pieno la traversa, sulla ribattuta a Grasso non riesce il tap-in vincente. I risultati dagli altri campi, però, lasciano poche speranze: il Como e l’Ascoli pareggiano, il Pescara perde addirittura a Empoli, ma è la vittoria del Pisa (2-0 sul Torino) che condanna l’Avellino alla serie B. Un punto, un maledetto punto e si sarebbe giocato lo spareggio contro il Pisa (Avellino e toscani peggio classificate nella classifica avulsa rispetto a Pescara e Ascoli).

L’esultanza dopo il pari di Gazzaneo

Post gara

Bocche cucite nello spogliatoio irpino. Uno dei pochi a parlare è il direttore sportivo Mupo: “Retrocediamo in serie B a testa alta. Dopo dieci anni siamo stati buttati fuori non per demerito nostro ma per colpa di altri. Contro l’Inter abbiamo fatto il massimo, a condannarci sono state le altre squadre che hanno giocato diversamente dai nostri avversari benché avessero gli stessi obiettivi dei nerazzurri”. Anche Colantuono rincara la dose: “Meglio stare zitti per non accendere micce. Una cosa incredibile quest’anno. Chi vuole capire, capisca!”. In quella che doveva essere la salvezza più facile, l’Avellino, dopo dieci anni, saluta la serie A. Ma questo non è un Addio, ma solo un arrivederci.

Bertoni in azione

15 maggio 1988, 30° giornata

Inter-Avellino 1-1

Inter: Zenga 6, Bergomi 6, Nobile (78’ Calcaterra s.v.) 6, G. Baresi 6, Ferri 6,5, Mandorlini 5,5, Fanna 5,5, Scifo 4, Altobelli (71’ Ciocci s.v.) 6,5, Minaudo 6,5, Serena 6,5. In panchina: Malgioglio, Piraccini, Matteoli. All.: Trapattoni 5,5

Avellino: Di Leo 6, Murelli (83’ Grasso s.v.) 5,5, Colantuono 6, Boccafresca 6,5, Amodio 6, Romano 5,5, Bertoni 6,5, Benedetti 5,5, Anastopoulos 4, Colomba 6, Gazzaneo (68’ Di Mauro s.v.) 6,5. In panchina: Coccia, Ferroni, Storgato. All.: Bersellini 5

Arbitro: Baldas di Trieste 7

Marcatori: 4’ Minaudo, 33’ Gazzaneo (Av)

Ammoniti: 16’ Minaudo, 22’ Boccafresca, 26’ Murelli, 35’ Anastopoulos

Espulsi: 36’ Scifo, 54’ Anastopoulos

Spettatori: 43.550 (21.433 paganti; 22.117 abbonati). Incasso di 288.935.000 lire.

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