E venne il primo derby in serie A. Fino allora Avellino e Napoli si erano scontrate solo due volte in Coppa Italia, con una vittoria per parte. Rocambolesca e sorprendete “la prima volta” dei lupi che batterono, sul neutro di Bari, il Napoli di Vinicio (3-2, 1973/74). Di ben altre proporzioni quella conseguita dai partenopei durante la manifestazione tricolore del 1977/78: 4-0. Stagione che terminò, come tutti sappiamo, con la promozione in massima serie dell’Avellino. Per il primo –storico- derby in serie A, l’Avellino di Marchesi si presenta all’appuntamento dopo aver collezionato una serie positiva di quattro partite. Dopo aver subito lo scotto del salto di categoria (tre sconfitte nelle prime tre gare), i lupi hanno alzato prontamente la testa battendo il Verona (4° giornata) e collezionando tre pareggi consecutivi contro Perugia, Catanzaro e Bologna. Il Napoli, invece, arriva al Partenio forte dei suoi otto punti, ma già con quattro punti di svantaggio dal Perugia capolista. Atmosfera di totale entusiasmo in Irpinia, tanto far schizzare alle stelle i biglietti della gara, 19.000 lire per un biglietto di tribuna per una città tra le più povere d’Italia per reddito pro-capite. Causa i lavori di ampliamento, il Partenio arriva a contenere “solo” 36.000 spettatori, tanto da far avallare l’ipotesi di giocare la partita in uno stadio più capiente in modo da contenere l’ondata di tifosi napoletani (arriveranno in 6.000).
Pre Derby
L’Avellino cerca continuità nei risultati, Marchesi firmerebbe anche per un pareggio: <<Per noi si tratterà di un esame di maturità: dovremo dimostrare di saper tenere testa anche a squadre più forti. Giocheremo con la massima concentrazione e attenzione. Cercheremo di tenere il più possibile l’iniziativa anche nel tentativo di spuntare le armi ai nostri avversari>>. L’allenatore napoletano Vinicio, invece, conosce le impervie che può nascondere un match come questo: “So che ad Avellino l’incontro è molto atteso, è naturale che sia così. Sicuramente il clima che si respirerà al Partenio sarà incandescente. Prevedo una partita combattuta soprattutto per la gran carica agonistica che animerà i giocatori dell’Avellino. Conosco molto bene lo spirito che hanno questi ragazzi di provincia, immagino che scenderanno in campo caricatissimi”. Marchesi affida ai due mastini Cattaneo e Reali l’arduo compito di arginare le bocche di fuoco napoletane Savoldi e Pellegrini. Un’eventuale vittoria farebbe incassare ai calciatori irpini un premio di 700 mila lire a testa, anche se si parla di trenta milioni come premio in caso di due punti. La gente d’Irpinia, per un giorno, dimentica tutti i problemi che l’affliggono, la febbre del derby ha contagiato un’intera Provincia. A concludere il quadro tutto campano c’è anche l’arbitro: D’Elia di Salerno.
La partita
Inizialmente entrambe le squadre adottano una tattica prudente ma non rinunciataria. Solo con il passare dei minuti il gioco si vivacizza e le due squadre iniziano a fronteggiarsi a viso aperto. Partita maschia, con la carica agonistica che si mantiene nei limiti della correttezza. Poche occasioni da entrambe le parti fino alla rete del vantaggio irpino. Minuto 36’: il libero napoletano Caporale commetteva fallo su Lombardi; dalla seguente punizione, Catellani saltava a vuoto, alle sue spalle era ben appostato De Ponti che di testa batteva Castellini. Gioia incontenibile sugli spalti, con i tifosi biancoverdi che accarezzavano l’idea della vittoria. Nella ripresa l’Avellino calava d’intensità, lasciando l’iniziativa al Napoli che, complice l’ingresso dell’ex Capone, iniziava a macinare gioco. Lombardi, uno dei migliori in campo, riduceva notevolmente il suo raggio d’azione a discapito del centrocampo irpino che iniziava a perdere lucidità e brillantezza. Il Napoli prendeva in mano le redini del gioco e si rendeva pericoloso prima con Pellegrini (sfuggito raramente a Reali) e Savoldi ma entrambe le volte Piotti faceva buona guardia. L’Avellino è ormai alle corde e, al 71’, incassava il pareggio. Cross di Vinazzani deviato da Di Somma, la palla arrivava a Filippi che tentava la conclusione, ma il suo tiro diventava un assist per Savoldi che in spaccata mandava la palla sotto la traversa. Era la rete del definito 1-1. Il Napoli, una volta pervenuto al pareggio, abbassava i ritmi e la partita scorreva via fino alla fine. Un derby che ha visto entrambe le squadre accontentarsi del pareggio, dove ha vinto la paura di perdere. Un derby corretto sia in campo (solo quattro ammoniti) che fuori (dove non si sono registrati episodio d’intolleranza né durante né dopo la gara), ma che in gran parte ha deluso le attese dei tifosi. Il più contento, al termine della gara, è stato il cassiere dell’Avellino che ha contato 116 milioni d’incasso.
8° giornata, 19 novembre 1978
Avellino-Napoli 1-1
Avellino: Piotti 7, Reali 7, Roggi 6, Boscolo 6, Cattaneo 6, Di Somma 6, Massa 6,5, Montesi 6,5, De Ponti 6, Lombardi 7, Tacchi 6,5. In panchina: Cavalieri, Casale, Tosetto. All.: Marchesi
Napoli: Castellini 6, Bruscolotti 6, Ferrario 6, Caporale 6,5, Catellani 6, Valente 6 (46’ Capone 7), Pellegrini 5, Vinazzani 6, Savoldi 6, Caso 6, Filippi 7. In panchina: Fiore, Majo
Arbitro: D’Elia di Salerno 6
Marcatori: 36’ De Ponti (Av), 71’ Savoldi (Na)
Ammoniti: Cattaneo, Lombardi, De Ponti e Filippi.
Spettatori: 33.000 circa di cui 20.363 paganti (abbonati 8304) di cui 6.000 napoletani, per un incasso di 116 milioni (record per lo stadio Partenio).