Stagione 1974-75. L’Avellino di Giammarinaro sta disputando un ottimo campionato e, contro ogni pronostico, si trova costantemente nelle zone alte della classifica. Ma le continue frizioni tra il tecnico e il presidente Sibilia trovano il loro apice dopo la gara Spal-Avellino. I lupi perdono a Ferrara (1-0, 24°) ma sono ancora in lotta per la promozione in serie A (irpini a -3 dal Palermo terzo). A Sibilia, però, non sono andate giù alcune dichiarazioni rilasciate da Giammarinaro (“Se a fine anno arriva qualche offerta dalla serie A la posso anche accettare”) e liquida anticipatamente l’allenatore. In attesa di ingaggiare un nuovo tecnico, la squadra viene affidata all’allenatore in seconda Grappone. Sibilia tenta il colpo grosso e contatta addirittura Helenio Herrera. Il tecnico, reduce dalla seconda esperienza alla guida dell’Inter, conclusa anticipatamente per via di una crisi cardiaca, declina però l’offerta: “L’ho respinta. Aspetto offerte più interessanti di squadre di rango, di grandi ambizioni, degne di me”. Sibilia poi ripiegherà su altro mago, Oronzo Pugliese detto il mago di Turi, senza ottenere i risultati sperati (un punto in quattro partite). Solo a quattro giornate dal termine, conscio dell’errore fatto, richiamerà in fretta e furia Giammarinaro, con la squadra precipitata pericolosamente in piena zona retrocessione. Alla fine, i lupi si salveranno solo all’ultima giornata per via della miglior differenza reti nei confronti di Reggiana e Alessandria.