Roma, Stadio Olimpico. L’undici dicembre va in scena la dodicesima giornata del campionato 1983/84. L’Avellino di Bianchi, che due giornate prima aveva sostituito Veneranda, cerca punti per allontanarsi dai bassifondi della classifica. Dopo undici gare di campionato i lupi hanno collezionato solo 9 punti, come il Napoli; dietro ai biancoverdi ci sono la Lazio a quota 8, il Genoa e il Pisa a 7, fanalino di coda il Catania a 6. Viste le squalifiche e gli infortuni Bianchi arriva a Roma senza ben quattro titolari: Vullo, Barbadillo, Limido e Di Somma. Assenze pesanti per una squadra che lotta per salvarsi. Tra i convocati per la gara contro i giallorossi c’è un certo De Napoli. Il centrocampista irpino, dopo un anno in prestito in serie C1 nel Rimini, con Sacchi allenatore, è ritornato alla casa madre. Ma causa gli scarsi risultati ottenuti dall’Avellino fino ad allora, per lui c’era stato posto solo in panchina. Vista l’abbondanza di centrocampisti in rosa (Tagliaferri, Limido, Bertoneri, Schiavi e Colomba), Veneranda aveva deciso di non puntare ancora sul giovane mediano, classe ’64, facendolo accomodare in panchina nelle gare contro il Genoa (6°) e la Lazio (8°). Dopo l’arrivo di Bianchi qualcosa sembra cambiare. Contro il Verona (10°) arriva la sua terza convocazione in prima squadra, ma per l’esordio bisogna ancora aspettare. L’opportunità arriva proprio in quel fatidico undici dicembre. Nello stilare la formazione titolare compare anche il cognome di De Napoli; Bianchi, infatti, gli assegna la maglia numero 11. L’esordio, però, è macchiato dalla sconfitta. Sotto di due reti, doppietta di Falcao, l’Avellino riesce nell’impresa di agguantare il pari grazie alla reti di Biagini (80’) e Diaz (89’). Il pari, però, dura solo due minuti, quando Maldera al 90’ gela gli irpini. L’unica cosa certa da quella sconfitta è che Bianchi non rinuncia più a De Napoli. L’allenatore bresciano trova sempre un posto per “Rambo”: in mezzo al campo, sull’out sinistro del centrocampo e qualche volta anche terzino. La corsa, la generosità e l’aggressività di De Napoli sono tutte caratteristiche che si integrano perfettamente con gli obiettivi di quella squadra: lottare su ogni pallone per mantenere la categoria. Il resto della storia è scritto dal quel centrocampista che, partito da Chiusano San Domenico, arriverà fino alla Nazionale con la maglia del lupo sul petto.
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11 dicembre 1983, 12° giornata
Roma-Avellino 3-2
Roma: Tancredi 6, Nela 6, Bonetti 5,5, Righetti 6, Falcao 7,5, Madera 6,5, Chierico 6 (87’ Graziani s.v.), Cerezo 7, Pruzzo 6, Di Bartolomei 6,5, Conti 6. In panchina: Malgioglio, Oddi, Strukelj, Vincenzi. All.: Liedholm 6,5.
Avellino: Zaninelli 6, Osti 6, Lucci 6,5, Schiavi 6, Favero 6, Biagini 6, Bergossi 5,5 (63’ Maiellaro 6), Tagliaferri 6,5, Diaz 6,5, Colomba 6, De Napoli 6. In panchina: Paradisi, Cilona, Bertoneri, Caccialupi. All.: Bianchi 6.
Arbitro: Lo Bello di Siracusa 6
Reti: 24’ e 58’ Falcao, 80’ Biagini (Av), 88’ Diaz (Av), 90’ Maldera
Ammoniti: Diaz e Di Bartolomei
Espulso: Colomba al 90’ per proteste