Il 1898 è l’anno zero dal calcio italiano. L’ 8 maggio del 1898, infatti, viene assegnato il primo scudetto della storia. Il Genoa si aggiudica il primo campionato durante una manifestazione che vide la partecipazione di quattro squadre e che venne svolto nell’arco di una giornata. Alla disputa della prima finale scudetto, Genoa-Internazionale Torino, assistettero all’incontro un centinaio di persone. Il calcio aveva messo radici nella Penisola. Nei primi anni del ‘900, invece, il pallone inizia a diffondersi, il football si espande in tutta Italia ma non è ancora esploso definitivamente. Nel 1912 la FIGC attua la riforma dei campionati e, per reperire società da affiliare al nuovo girone del centro-sud, stila un elenco di società inserendo, tra queste, anche la Polisportiva Avellinese. Il nome Avellino appare per la prima volta nelle carte federali dopo l’assemblea generale indetta dalla FIGC il 31 agosto del 1912. Ecco perché il 1912 viene ritenuto l’anno di nascita, a livello ufficiale, del calcio ad Avellino. Nel 1919 viene formata una squadra per partecipare ai tornei regionali, la prima vera realtà in città: A.S. Avellinese. Il primo incontro ufficiale, invece, viene disputato il 23 settembre 1923 quando, al campo Littorio in Piazza d’Armi, alla modica cifra di una lira, l’Unione Libera Avellinese incontrava l’U.S. Santangiolese. Per l’occasione vengono usate semplici maglie bianche (primo colore ufficiale), divise molto più facili da reperire all’epoca.
Con l’avvento del regime fascista (1922-1942) il calcio raggiunge la massima espansione in tutta la Penisola. A farla da padrona sono il rosso (o il cremisi) e il nero (colore, quest’ultimo, appannaggio del Partito Nazionale Fascista) che si alternano, almeno fino al 1947, al giallo-rosso (1924) e al bianco azzurro (1932/33) sulle maglie della squadra avellinese. Negli anni ’30, sotto la dittatura fascista, compare anche il fascio littorio sulle casacche nere della squadra. Il 2 dicembre del 1944 viene costituita l’Unione Sportiva Avellino, le maglie, però, diventano verdi solo nel 1947. Fu la rivalità nei confronti dei beneventani a far avvenire ciò, in quanto, ci si discuteva su quale dei due liquori fosse il migliore, lo Strega (di colore giallo appartenente ai sanniti) o l’Anthemis (verde appunto) prodotto dai padri Benedettini. Il 23 febbraio del 1947, infatti, le due squadre scesero in campo con i colori che identificavano i due liquori, l’Avellino si presentò con una maglia verde con colletto a V bianco, pantaloncini bianchi e calzettoni neri; verde che rimarrà immutato (con tonalità diverse) fino ai giorni nostri.
Poche le variazioni fino agli anni ‘70 con l’introduzione della maglia bianca come seconda divisa (intorno al 1960). A cambiare è quasi sempre il colletto, o a girocollo o a V bianco, mentre, spesso e volentieri, si vede anche il colletto a camicia con i laccetti a chiudere il davanti. Particolare la divisa del 1961/62, sulla maglia viene introdotta una banda orizzontale bianca, mentre i calzettoni sono a strisce orizzontali biancoverdi; maglia che sarà riproposta anche nella stagione 1965/66. Al suo primo anno di B, 1973/74, da notare il colletto a V bianco allungato. Nel biennio 1974-76, oltre alla tradizionale casacca verde, viene introdotta la maglia stile “Ajax”, bianca con larga striscia verticale verde, pantaloncini neri e calzettoni bianchi con risvolti verdi. Mentre nella stagione 1974/75 viene utilizzata anche una maglia bianco-verde a strisce verticali.
Il logo (lupo stilizzato all’interno del rombo) appare per la prima volta nella stagione 1977/78, stagione che coincise con la promozione in serie A, salvo scomparire e ritornare, sotto altra forma, solo nel 1992. Al suo esordio in massima serie, 1978/79, arriva anche il primo sponsor tecnico: Puma. La casa tedesca, per l’occasione, realizza una maglia verde con collo a polo bianco accompagnato da una striscia bianca lungo le maniche che arrivano fino ai polsi, pantaloncini bianchi numerati e calzettoni verdi. Nella stagione 1981/82 appare anche il primo sponsor, quando, sulle maglie verdi con sottilissime strisce bianche verticali griffate Adidas, compare la scritta Iveco. Dopo una stagione con lo sponsor tecnico Kappa (che nella prima parte del campionato aveva proposto un verde chiarissimo), nel 1983 arriva l’Ennerre. Da ricordare le maglie usate nel biennio 1984-86: verdi con una striscia bianca orizzontale nella parte superiore e l’introduzione della terza maglia: gialla con una sottile striscia biancoverde verticale, maglia usata solo in un paio di circostanze.
Rimanendo in tema di maglie “bizzarre”, nel 1988/89 l’Ennerre propone una maglia completamente rossa, mentre nel 1990 la Devis estrae dal cilindro prima una maglia a strisce verticali biancoverdi e poi un mucchio di triangoli biancoverdi (o clessidre capovolte) sfumate: mistero che rimane ancora oggi. Maglie che non verranno mai proposte in campionato. Nella stagione 1992/93 la Pienne rintroduce il logo (lupo bianco su rombo verde), mentre nella stagione 1995/96 la Diadora realizza una delle maglie più belle della storia: classica maglia verde con collo bianco chiuso dai laccetti e impreziosita dei nomi dietro (prima volta per l’Avellino). Nel 1997/98 la Lotto propone una maglia a strisce biancoverdi orizzontali con collo a V verde, particolare, invece, la divisa del 2001/02 quando l’Errea propone impresso sulla maglia la figura del lupo nel rombo, tema ripreso dalla Givova (cambia la forma del lupo) a inizio della stagione 2014/15. A cambiare sono state, perlopiù, le seconde e le terze maglie. Nel 2002/03 l’Errea ripropone la maglia a strisce verticali biancoverdi; nel 2003/04 la Devis, come terza maglia, opta per un blu notte con collo a girocollo verde. Nel 2005/06 la Legea stampa i numeri della seconda maglia color oro, riproponendo il giallo (insieme al verde) nella terza maglia. Nel 2006/07 appare, per la prima volta, anche il nero.
Dopo il fallimento del 2009 scompare anche il logo storico per far posto a quello dell’A.S. Avellino. Dopo l’acquisizione all’asta da parte dei tifosi avellinesi dello storico logo, esso ricompare, dopo un digiuno di sei anni (2009-2015), sulle maglie della stagione 2015-16: maglia stile “Ajax” con doppia tonalità di verde, con al centro una V. Sulla parte inferiore compare il volto di un lupo. La doppia tonalità di verde viene riproposta anche nella stagione seguente, questa volta su una maglia a strisce verticali, con la scritta “LUPI” nella parte posteriore. Dopo la non iscrizione al campionato di B 2018/19, l’Avellino è costretto a ripartire nuovamente dall’inferno della quarta serie. Dopo la vittoria del campionato e dello scudetto della D, l’Avellino si presenta ai nastri di partenza della stagione 2019-20 con il tricolore impresso sulla maglia. Nella stagione 2020/21, il logo viene impresso sulle divise della squadra, mentre nelle gare dei play off la società lancia l’iniziativa “Lupi sulla pelle” e permette ai tifosi di imprimere i propri nomi sulle casacche. La maglia da trasferta è sempre stata bianca con aggiunta di bordi o altri elementi solitamente verdi. Quella dei portieri, invece, fino agli anni ’90 non si è discostata molto dall’essere grigia o nera per poi assumere col tempo una colorazione varia, dettata da sponsor tecnici e mode del tempo. Nel catalogo HW del Subbuteo l’Avellino è il numero 253, maglia verde con striscia orizzontale bianca, girocollo, polsini e pantaloncini bianchi, calzettoni verdi.
Il Logo
Lo storico logo, tutti quello che noi conosciamo, il lupo metà bianco e metà verde disegnato di profilo e inserito nel rombo, fece la sua prima uscita nel lontano 1977. L’Avellino, dell’allora Presidente Iapicca, incaricò l’architetto Quirino Sgrosso di disegnare un simbolo da apporre sulle maglie. Dopo un periodo di assenza il logo torna in modo permanente sulle casacche dell’U.S. Avellino a partite dalla stagione 1992/93; il lupo diventa bianco su sfondo verde racchiuso sempre in un rombo con la scritta U.S. Avellino sopra e 1912 sotto. Nel 1995/96 il lupo diventa dorato su sfondo bianco. Nel biennio 1998/00 ritorna “il rombo”, intervallato dalla stagione 2000/01 quando farà la sua prima e unica comparsa il lupo nero.
Nel 2001 e fino al fallimento del 2009 sulle casacche irpine rimane impresso lo storico logo prima di cadere nel “dimenticatoio”. Dopo la rinascita del club (2009) è comparso un lupo verde su sfondo bianco per poi lasciare il posto ad una nuova rivisitazione del logo, composto dal classico profilo metà bianco e metà verde con la scritta A.S. Avellino sopra e 1912 sotto. Pignorato e messo all’asta da Equitalia, lo storico logo è stato acquistato nel 2013, per la “modica” cifra di 130 mila euro, dopo un’asta giudiziaria a seguito del fallimento del 2009, da Mario Dell’Anno, storico capo ultrà del tifo avellinese. Dopo la creazione dell’Associazione per la Storia il logo è diventato patrimonio della tifoseria irpina.