Avellino 1986/87: ad un passo dalla zona UEFA

La stagione 1986/87 si apre con due cessioni eccellenti. Il presidente Graziano non si lascia sfuggire l’occasione e vende i pezzi pregiati della squadra. Già a marzo c’era stato il passaggio di De Napoli al Napoli (6 miliardi di lire), il calciatore sarà poi convocato per i Mondiali di Messico ’86, primo calciatore a disputare tale manifestazione con la maglia dell’Avellino. Altra cessione dolorosa è quella dell’attaccante Diaz, il puntero argentino, ad un passo dalla convocazione mondiale poi vinto proprio dall’Argentina, passa alla Fiorentina in cambio di Cecconi più un conguaglio di 3 miliardi di lire. Vanno via anche Galvani, scambio con Gazzaneo del Bologna, Vullo al Catania e il brasiliano Batista al Belenenses. Nonostante i quasi dieci miliardi incassati dal mercato in uscita, la società non si dimostra particolarmente attiva in quello d’entrata. Sono solo cinque i nuovi acquisti che partono per il ritiro di Norcia: i centrocampisti Gazzaneo, Boccafresca (riscattato dal Monza) e Casale (rientro dal prestito di Cagliari); gli attaccanti Cecconi (entrato nell’affare Diaz) e Tovalieri (in prestito dalla Roma).

Robotti insieme ai nuovi acquisti Tovalieri, Gazzaneo, Boccafresca e Cecconi

Dopo la riapertura delle frontiere del 1980, l’Avellino sembra intenzionato a disputare la nona stagione di serie A senza stranieri. Graziano vuole una squadra tutta made in Italy: “Gli stranieri costano troppo, non possiamo dissanguare le casse della società”. In questo clima di scetticismo generale sono solo 60 gli abbonamenti sottoscritti a poco più di un mese dall’inizio del campionato. Inoltre c’è da risolvere anche la questione allenatore. Robotti, subentrato ad Ivic nelle giornate finali della stagione precedente, non ha ancora firmato il contratto. L’allenatore aspetta qualche altro volto nuovo: “La squadra si basa sull’intelaiatura dello scorso campionato, con qualche innesto interessante. Sono sicuro che il presidente farà di tutto per acquistare qualche altro elemento di valore”. Dopo il rientro dalla tournée in Canada (Toronto-Avellino 0-1; Lega Québec-Avellino 0-0), arriva il pari contro il Sorrento e la sconfitta contro la Casertana. Sia il sindaco Venezia (“Con questa squadra si finisce dritti in serie B”) che i tifosi (“Robotti non ha carisma e polso per gestire la squadra”) esternano la propria delusione contro società e tecnico. La goccia che fa traboccare il vaso è la prima in Coppa Italia, quando l’Avellino perde (2-0) a Siena. La squadra scende in campo con l’allenatore in seconda, Del Gaudio, in panchina. Nonostante la rassicurazione da parte della società (“Robotti ha piena fiducia”), Graziano ha già scelto il nuovo tecnico: Luis Vinicio. Per l’allenatore brasiliano, già presente in tribuna nella gara di Coppa Italia, è la seconda esperienza in Irpinia: “Il mio ritorno ad Avellino è stato voluto dai tifosi: questo vuol dire che ho lasciato un buon ricordo. Posso solo promettere che farò del mio meglio per ripagare tanta fiducia”. Il tecnico appone la firma su un contratto biennale. Per Robotti, invece, l’avventura finisce ancor prima di iniziare. Il tecnico prima di firmare chiedeva garanzie: sfoltimento della rosa e arrivo di qualche rinforzo. Robotti inoltre paga l’aver polemizzato con Graziano per non aver rinforzato la squadra.  Il non esaltante pre-campionato ha accentuato ancora di più il distacco tra tecnico e società, con l’esonero come soluzione finale. Il ritorno di Vinicio in panchina si rivela soddisfacente. Dopo la sconfitta di Siena, l’Avellino colleziona quattro risultati utili consecutivi in Coppa Italia: Pisa-Avellino 1-2; Avellino-Cagliari 1-1; Avellino-Modena 1-0 e Torino-Avellino 1-1. L’Avellino nonostante i sei punti conquistati non passa il girone. Si qualifica il Torino (7 punti) e il Cagliari (6 p.), che supera i biancoverdi solo grazie alla miglior differenza reti.

Angelo Alessio

Nel mercato di settembre arrivano altre tre pedine nello scacchiere di Vinicio: in difesa Colantuono dal Pisa (500 milioni più Lucarelli); a centrocampo il brasiliano Dirceu (400 milioni d’ingaggio per l’ex Napoli); in attacco l’austriaco Schachner dal Pisa (600 milioni più Cecconi come contropartita). Per convincere l’ex Torino ad accettare il trasferimento, il presidente Graziano inserisce nel contratto anche una villa in costiera più due voli al mese Napoli-Vienna. Nel mercato di settembre vanno via anche Agostinelli (Lecce), Pecoraro e Grasso (entrambi al Cagliari). La squadra di Vinicio inizia il campionato subito con il piede giusto. Una doppietta di Dirceu, all’esordio in maglia verde, piega la Fiorentina (2-1) dell’ex Diaz.

Avellino-Fiorentina 2-1: Dirceu firma la vittoria con una delle sue punizioni

Nella trasferta contro la Juventus arriva il primo stop stagionale (0-3), seguito dal pari nel derby contro il Napoli (0-0). Alla 4° giornata un gol di Alessio permette ai lupi di espugnare Ascoli (1-0), la vittoria in terra marchigiana porta l’Avellino (5 punti) dietro a Juventus (7) e Napoli (6). Dopo il blitz di Ascoli, arrivano tre pareggi consecutivi contro Como (1-1); Verona (2-2) e Udinese (1-1). La pesante sconfitta contro il Torino (1-4), fa scivolare l’Avellino nelle zone centrali della classifica. Dopo l’ottimo avvio la squadra di Vinicio sembra accusare il colpo. Altro pari interno contro il Brescia (0-0, con rigore decisivo fallito da Dirceu), sconfitta contro il Milan (0-2) e pari al Meazza contro l’Inter (0-0). Dopo sette gare senza vittorie (5°-11°), l’Avellino ritrova i due punti contro la Sampdoria (3-1), gara decisa dalle reti di Dirceu, Alessio e Tovalieri. La vittoria sembra ridare smalto alla squadra che conquista un buon punto nella trasferta contro l’Atalanta (1-1). Alla 14° ecco lo stop che non ti aspetti. Dopo sei risultati utili consecutivi arriva la prima sconfitta interna, quando una rete di Baiano permette all’Empoli (0-1) di espugnare il Partenio. Il girone d’andata si chiude nel peggiore dei modi, quando la Roma infligge un pesante 3-0 alla truppa di Vinicio. L’Avellino chiude la prima parte del campionato con all’attivo 13 punti, con soli 3 punti di vantaggio dall’Atalanta terzultima. A preoccupare non sono le poche vittorie ottenute (solo 3 in quindici giornate) ma le reti incassate. Con 20 reti subite la retroguardia avellinese è una delle difese più battute del campionato. Il girone di ritorno si apre con lo scontro salvezza contro la Fiorentina (11 punti). In Toscana, però, arriva la terza sconfitta consecutiva, quando gli uomini di Vinicio escono sconfitti per 2-0. La terza sconfitta nelle ultime quattro gare (13°-16°) peggiora ulteriormente la classifica.

Walter Schachner

Alla 16° giornata nei bassifondi è piena bagarre: Fiorentina e Avellino 13 punti; Atalanta ed Empoli 12; Brescia 11; Ascoli 10; Udinese 5 (con 9 punti di penalizzazione). Il clima in casa Avellino diventa sempre più teso. Alla ripresa degli allenamenti la squadra di Vinicio viene contestata aspramente. Prima un lancio fittissimo di agrumi e ortaggi vari poi quello di alcuni petardi che vengono scagliati in campo. Dopo la plateale protesta una ventina di pseudo tifosi invade il campo, i calciatori più bersagliati sono Tovalieri e Schachner che vengono colpiti da spintoni e calci. Nel parcheggio antistante allo stadio vengono danneggiate anche le macchine di Schachner, Dirceu e Garuti. La calma è ristabilita dopo il confronto tra Vinicio e un gruppo di tifosi. Chi si dissocia subito dalla manifestazione di protesta sono i club aderenti al centro coordinamento (60 in Irpinia e una decina nel resto della penisola). Nessun calciatore inizialmente commenta l’episodio ad eccezione di Dirceu: “Poi si lamentano se i calciatori rifiutano di venire ad Avellino”. Il giorno dopo l’aggressione si parla addirittura di un gesto “pilotato” dalla società. È lo stesso Romano a rafforzare l’ipotesi: “Evidentemente a qualcuno stava bene che venissimo picchiati. È strano che nessuno abbia chiamato la polizia. Quei quattro stronzetti ve li raccomando, sono pagati dalla società”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il brasiliano Dirceu: ”È gente che conosciamo bene, è gente che in trasferta mangiava con noi“. Tra i più bersagliati l’austriaco Schachner: “Li ho visti in faccia, li ho riconosciuti. Li vedo sempre durante gli allenamenti. Ora ho paura, ho chiamato il mio avvocato per valutare la possibilità di chiedere la rescissione del contratto. Non ha più senso restare qui e vivere con la paura”. Resta il fatto che alla fine di tutto nessuna persona sarà denunciata. Tutto questo nel giorno in cui si registra anche il ritorno di Sibilia quale azionista della società. La Corte d’Appello di Napoli, infatti, gli dissequestra i beni in precedenza confiscati. Alla 17° giornata l’Avellino ritorna a fare punti. In un Partenio gremito (quasi 25.000 paganti, oltre 40.000 spettatori), contro la Juve (terza in classifica) una rete di Bertoni illude gli irpini, Mauro sigla poi il definitivo 1-1.

Avellino-Juventus 1-1: Bertoni firma l’illusorio vantaggio

Gara proibitiva il derby del San Paolo, contro la capolista Napoli la partita dura un tempo. Nella ripresa Bagni e Carnevale (doppietta) fissano il risultato sul 3-0 per i padroni di casa. Il periodo negativo in casa biancoverde continua anche la giornata seguente. Al Partenio, alla 19°, altro scontro salvezza. Contro l’Ascoli, penultimo a quota 11, l’Avellino non riesce ad andare oltre ad un misero 0-0. L’ottimo inizio di campionato sembra lontanissimo, l’Avellino ora deve guardarsi attentamente le spalle, con il Brescia a sole due lunghezze dai lupi. In una partita importantissima per la salvezza, al Partenio, contro l’Ascoli ci sono solo 2.247 paganti. La svolta della stagione arriva alla 20° giornata. Nella difficile trasferta di Como, l’Avellino ottiene il suo secondo blitz esterno espugnando per 2-1 il campo lariano grazie alle reti di Colomba (su rigore) e Schachner. Pari interno contro il Verona (1-1), prima della goleada in terra friulana. Contro l’Udinese, infatti, l’Avellino ottiene una vittoria storica: 6-2. Se fuori casa l’Avellino ottiene punti preziosi, al Partenio, invece, la vittoria manca da ben sei turni. Contro il Torino ecco arrivare un altro pareggio (0-0). I cinque risultati utili consecutivi, però, ridanno ossigeno ai biancoverdi. I sette punti conquistati tra la 19° e la 23° sembrano mettere l’Avellino a riparo da spiacevoli sorprese. A sette giornate dal termine l’Avellino può contare su cinque punti di vantaggio dal Brescia terzultimo. Ma il campionato non è ancora finito. Dopo cinque risultati utili consecutivi ecco arrivare la sconfitta in quel di Brescia. Nella partita che poteva sancire un pezzo di salvezza, i lupi cadono per 2-0 riaprendo nuovamente il discorso per la permanenza in massima serie. Si rivela il Partenio valido alleato. Alla 25°, infatti, l’Avellino ritrova la vittoria tra le mura amiche dopo quasi quattro mesi, quando i 30.000 spettatori spingono Alessio e soci alla vittoria contro il Milan per 2-1.

Avellino-Milan 2-1: Alessio apre le marcature

L’Avellino cerca di chiudere la pratica salvezza già la domenica seguente quando in Irpinia arriva la vice capolista Inter. Altro colpo d’occhio al Partenio (32.457 spettatori) che però non basta. L’Inter si rivela ancora una volta vera bestia nera e infligge il secondo stop interno alla truppa di Vinicio: 0-1. Chi si rallegra invece è il presidente Graziano che, nel giro di una settimana, stacca quasi 30.000 biglietti per un incasso di oltre 580 milioni di lire. Sotto di due reti nella trasferta contro la Sampdoria (27°), l’Avellino riesce nell’impresa di agguantare il pareggio, portandosi in Irpinia un punto davvero prezioso. A tre giornate dalla fine, con l’Udinese già matematicamente retrocesso, sono ancora due i posti da assegnare. L’Avellino a quota 24 punti è quasi salvo, all’aritmetica salvezza manca davvero poco. Il punto esclamativo arriva proprio alla 28° giornata. L’Avellino batte l’Atalanta (2-1) e raggiunge quota 26 punti, la nona salvezza consecutiva in serie A non è più un miraggio. A 180 minuti dal termine sono 5 i punti di vantaggio dall’accoppiata Empoli-Ascoli. Con la salvezza ormai in tasca l’Avellino si permette il lusso di espugnare Empoli (1-0), con i toscani ancora in piena lotta retrocessione. Il campionato 1986/87 si chiude in bellezza quando contro la Roma (2-1) arriva la terza vittoria di fila. L’Avellino chiude la stagione all’ottavo posto in classifica, miglior piazzamento di sempre in serie A insieme alla stagione 1981/82, con all’attivo 30 punti. Basti pensare che Milan e Sampdoria si sono giocati lo spareggio Uefa a quota 35 punti. Dopo l’aggressione e la sconfitta patita nel derby contro il Napoli, l’Avellino ha cambiato radicalmente volto alla stagione. Nelle ultime 12 giornate sono arrivati 16 punti, frutto di sei vittorie e quattro pareggi. Punti che alla fine sono serviti per agguantare la salvezza con largo anticipo. Il 22 maggio del 1987, la Procura della Repubblica di Salerno emette un ordine di cattura nei confronti di Graziano. Il presidente dell’Avellino è indagato per truffa allo Stato, sulla sua testa pesa l’accusa di aver gonfiato una perizia tecnica relativa ai danni provocati dal terremoto nel suo stabilimento di Fisciano. Perizia arrivata a toccare 17 miliardi, di cui 6 già intascati. Graziano viene arrestato dopo un periodo di latitanza. È l’inizio della fine per l’Avellino calcio.

Nicola Di Leo

La nota

L’Avellino termina la stagione all’ottavo posto eguagliando così il piazzamento raggiunto durante il campionato 1981/82: sono i migliori risultati ottenuti in serie A. Dopo un girone d’andata a corrente alternata (13 punti e solo 3 vittorie), nel ritorno la squadra di Vinicio conquista ben 17 punti, con sei vittorie all’attivo: una media da zona Uefa. Il Partenio, violato solo due volte, si è rivelato valido alleato, 18 dei 30 punti conquistati, infatti, sono arrivati proprio dalle mura amiche. L’Avellino si è contraddistinto anche per le reti segnate in trasferta: 16. Insieme alla Juventus sono state le squadre che hanno fatto più reti fuori casa.

Classifica 1986-87

L’Allenatore

Vinicio, dopo un girone d’andata chiuso nella zona bassa della classifica, ha saputo dare la svolta decisiva nel ritorno, conquistando la salvezza matematica con due giornate d’anticipo. Il tecnico ha prima sopperito alle cessioni importanti di Diaz e De Napoli, poi è stato bravo ad amalgamare una squadra con molti giovani in rosa, vedi i vari Alessio, Gazzaneo, Murelli e Tovalieri.  La coesistenza tra Colomba e Dirceu, due registi, poteva essere deleteria, ma Vinicio è riuscito nell’intento di trovar spazio ad entrambi non disdegnando di farli rimanere fuori quando necessario. Vista l’incompatibilità e la scarsa vena realizzativa di Tovalieri e Schachner (7 reti in due), Vinicio è stato costretto a spostare, con ottimi risultati, Alessio sulla linea degli attaccanti. Il tornante è stato alla gran lunga il migliore in campionato.

La squadra

Squadra combattiva quella avellinese come lo dimostrano le 55 ammonizioni e 4 espulsioni in campionato, la più sanzionata della serie A. Nonostante le 38 reti incassate, seconda peggior difesa dietro solo all’Udinese, Di Leo (1960; 28 presenze/37 reti subite) si è confermato portiere di sicuro affidamento, con Coccia (1962; 2/-1) chiamato in causa solo a salvezza già ottenuta.  Vinicio, nonostante le tante reti incassate, ha potuto contare su una retroguardia composta da elementi già presenti in rosa nella stagione precedente: Ferroni (1961; 24/1); Amodio (1961; 28/0); Zandonà (1955; 14/0; utilizzato prevalentemente nella prima parte della stagione) e Romano (1956; 18/0; utilizzato nella seconda parte del campionato), con Colantuono (1962; 25/1) unico volto nuovo della difesa. Chi si è rivelato preziosissimo è stato Murelli (1964; 22/1), il difensore irpino è stato un vero è proprio jolly: terzino, marcatore e a volte anche centrocampista difensivo. Poche, invece, le apparizioni di Garuti (1959; 8/0). Il dubbio amletico sulla coesistenza tra Dirceu e Colomba alla fine ha dato i suoi frutti. La squadra ha perso in quantità (specie dopo la partenza in estate di De Napoli), ma ha innalzato notevolmente il tasso qualitativo del centrocampo. L’impatto di Dirceu (1952; 23/6 reti) in maglia verde è stato devastante (quattro marcature nelle prima cinque partite giocate), con i calci piazzati marchio di fabbrica del brasiliano. Vinicio poteva contare su un mix di giovani ed esperti. Oltre al brasiliano Dirceu c’erano Colomba (1955; 27/1); Benedetti (1961; 25/4); Bertoni (1959; 27/3); Casale (1959; 3/0); Boccafresca (1962; 17/0) e Gazzaneo (1965; 17/0). In attacco raramente si è fatto a meno di una prima punta. A turno Vinicio sceglieva uno tra Tovalieri (1965; 20/3) e Schachner (1957; 19/4). Il vero exploit, però, è stato Angelo Alessio (1965; 28/6). Il tornante biancoverde è stato la vera rivelazione della squadra: velocità, assist e anche sei gol. La cessione alla Juventus è stata una logica conseguenza.

I MIGLIORI: Alessio (6,54); Dirceu (6,38); Benedetti e Colantuono (6,36).

I PEGGIORI: Schachner (5,97); Zandonà (6,04); Tovalieri (6,06).

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