Avellino 1979/80: dalla possibile UEFA alla salvezza, nel mezzo l’ombra del calcioscommesse

Ottenuta la permanenza in serie A solo nell’ultima giornata di campionato, l’Avellino parte ai nastri della stagione 1979/80 con l’obiettivo di agguantare una salvezza con meno sofferenze. Nemmeno il tempo di festeggiare che si registra subito il solito caos societario, con Matarazzo che rassegna subita le dimissioni da presidente: verrà sostituito da Sara. Il trambusto societario rischia di far saltare anche la conferma di Marchesi. Il tecnico ha già l’accordo con la Roma, con Valcareggi in qualità di d.t., poi l’accordo con i giallorossi salta dopo il cambio societario, con la nuova proprietà che alla fine opta per il più navigato Liedholm; mentre l’offerta dell’Udinese arriva quando l’allenatore si era già promesso nuovamente all’Avellino. Una volta riconfermato, la salvezza resta l’obiettivo principale per il tecnico: “Se ho scelto di restare, l’ho fatto perché quello irpino è un pubblico fantastico e perché la società si è prefissata certi obiettivi. Mi auguro di ripetere il miracolo della stagione scorsa ma non sarà facile. In fondo, per noi sarà un campionato stimolante: dovremo badare a salvarci di domenica in domenica”.

De Ponti

Calciomercato

Alla chiusura del 19 luglio gli acquisiti sono: i portieri Di Leo (Trani) e Stenta (Potenza); i difensori Giovannone (Taranto) e Pozza (Chievo Verona); i centrocampisti Tuttino (Sampdoria), Valente (350 milioni dal Napoli), Della Monica (Casale), Ferrante (Bisceglie) e Mazzoni (Rimini); gli attaccanti Carnevale (Latina) e Bozzi (Nocerina). Capitolo cessioni. La partenza più importante è sicuramente quella del capitano Lombardi, lasciato libero dalla società il” rosso di Ponsacco” si accasa al Como. Vanno via anche alcuni artifici della storica promozione: il secondo di Piotti, Cavalieri, passa al Genoa; dopo cinque anni in biancoverde, e quasi 200 partite collezionate, Reali si trasferisce all’Atalanta per 250 milioni. Cambiano aria anche i centrocampisti Galasso (Vicenza) e Montesi (riscattato dalla Lazio per 280 milioni), mentre gli attaccanti Tacchi e Marco Piga passano rispettivamente al Genoa, il primo, e al Catania, il secondo. Ritorna al Napoli dopo un anno di prestito in Irpinia Casale, mentre il Milan riscatta l’ala Tosetto (Milan).  

Valente

Il ritiro e la Coppa Italia

Gli irpini partono per il ritiro di Castel del Piano (15 luglio) con una rosa ancora da completare. La società rassicura il tecnico che presto interverrà sul mercato, ma Marchesi, che parte per la preparazione senza aver ancora firmato il contratto, rimpiange soprattutto le cessioni di Lombardi (“Ci manca un uomo-guida come Lombardi che sappia trovare la giusta posizione in mezzo al campo”), Reali e Montesi:” Adesso si apre una grossa incognita in difesa e a centrocampo. Dei nuovi arrivati, soltanto Tuttino e Valente vantano esperienze da serie A. Non dico che si parta al buio ma quasi. Sinceramente, non so proprio che cosa possa venir fuori da questa squadra, che non è certo quella che avrei voluto. Purtroppo, la situazione dell’Avellino ci ha offerto ridotte possibilità di movimento sul mercato”. La preoccupazione dell’allenatore viene mitigata ad agosto con gli arrivi, entrambi in comproprietà, degli attaccanti Claudio Pellegrini dal Genoa (525 milioni) e dal fratello Stefano Pellegrini dal Bari (200 milioni). Più complessa è stata la trattativa che ha portato Claudio Pellegrini in maglia verde, la cui comproprietà era stata ceduta inizialmente al club ligure, come parziale cessione di Damiani al Napoli. Rifiutando Genoa, Pellegrini è stato in seguito ceduto all’Avellino al di fuori dei termini consentiti grazie alla scappatoia dell’art. 31 del regolamento. L’attaccante, ufficialmente, non ha trovato l’accordo economico con la società rossoblù. Il cammino dell’Avellino in Coppa Italia si ferma subito durante il girone. La truppa di Marchesi paga l’avvio incerto della manifestazione: i biancoverdi pareggiano contro Verona (0-0) e Ternana (0-0), venendo poi sconfitti dal Como (0-1). Non basta la netta affermazione contro la Fiorentina (3-1; tripletta di De Ponti, due su rigore) a garantire la qualificazione. La classifica al termine dirà: Ternana (qualificata) e Fiorentina punti 5; Avellino e Como p. 4; Verona p. 2.

Claudio Pellegrini in una figurina Panini

Campagna abbonamenti

Nonostante un considerevole aumento del settore popolare, con le Curve che passano da 30.000 a 40.000 lire, la società stacca 12.770 abbonamenti, con un incasso di 900 milioni di lire.

Andata

L’Avellino parte in sordina anche ai nastri della stagione 1979-80. Nella prima di campionato impatta contro la Lazio (0-0), subendo poi due sconfitte consecutive nelle gare contro il Milan (0-1, con rigore del possibile pareggio sbagliato da De Ponti) e contro il Torino (0-2). Sono passate solo poche giornate ma l’Avellino dimostra una scarsa vena realizzativa, accentuata anche dalla mancanza di un registra. Marchesi sembra preoccupato: “Ci serve qualche rinforzo in mezzo al campo. La squadra crea ma paghiamo per gli errori in fase conclusiva. Giochiamo discretamente ma non concretizziamo”. La truppa di Marchesi ritorna a fare punti in quel di Catanzaro (0-0), ottenendo la prima vittoria in campionato solo alla 5° giornata, quando tra le mura amiche riesce ad ottenere i primi due punti contro il Bologna (1-0; Claudio Pellegrini). La rete dell’attaccante, la prima stagionale in campionato, mette fine ad un digiuno di 444 minuti senza reti. Dopo cinque gare la classifica recita: Avellino, Ascoli, Bologna, Udinese e Roma punti 4; Catanzaro p. 3; Pescara p. 1. Complice la mancanza di una pedina in mezzo in campo, la società decide di intervenire sul mercato. Sfumata la trattativa con Capello (il calciatore chiedeva un biennale da 150 milioni contro l’annuale di 100 milioni offerto dal club), l’Avellino vira su un altro calciatore di esperienza: Franco Cordova. L’esperto regista, classe ’44, dopo esser stato ad un passo dal ritorno alla Roma, accetta Avellino dopo che la trattativa per il suo ritorno in giallorosso salta. Dopo un’ora di summit arriva la fumata bianca. L’Avellino offre 60 milioni, Cordova ne chiede 100. Alla fine si chiude per 80 e tutti felici e contenti. “Ho scelto di venire ad Avellino perché la società mi ha offerto ampie garanzie. Sibilia mi è simpatico, è un uomo con il quale è possibile parlar chiaro. Avellino non rappresenta un ripiego ma una mia libera scelta. Mi auguro solo di dare il massimo”, sono le prime parole di Cordova in biancoverde. Marchesi, invece, dopo la partenza di Lombardi ha ottenuto il tassello che mancava in mezzo al campo: “E’ l’uomo che a noi mancava. Un uomo d’ordine, di esperienza, di notevole intelligenza. Il suo innesto ci offre maggiori garanzie sul piano tecnico”. Il nuovo acquisto esordisce alla grande, buttato subito nella mischia da Marchesi, l’esperto centrocampista ripaga la fiducia con la rete che permette ai verdi di pareggiare (1-1) a Pescara.

Pescara-Avellino 1-1: la rete di Cordova

L’Avellino allunga la serie positiva dopo il pari interno (0-0) contro l’Udinese. La truppa di Marchesi così si presenta alla vigilia del derby contro il Napoli in buona salute, con entrambe le squadra appaiate a quota 6 punti dopo 7 gare. Una rete dell’ex Valente permette ai biancoverdi di espugnare il San Paolo (1-0) per la prima volta nella sua storia. Per l’Avellino sono due punti pesantissimi, come ribadito da Vinicio (“L’Avellino ha vinto meritatamente”) e confermato da Marchesi: “Due punti preziosissimi e meritati. Onestamente speravo nel pari che già sarebbe stato per noi un grosso risultato, invece è arrivata la vittoria e tanto meglio. Restiamo con i piedi per terra perché l’umiltà è la nostra forza”. Nella seconda trasferta consecutiva arriva un altro punto prezioso (1-1; De Ponti su rigore) in quel di Cagliari, la trasferta in Sardegna fa da prologo al doppio turno da disputare al Partenio contro Inter e Juventus. I nerazzurri, ancora imbattuti in campionato, arrivano in Irpinia forti del primato. L’Avellino non accusa i sei punti di distacco in classifica (15 i lombardi contro i 9 dei campani) e strappa il sesto pareggio (0-0) in campionato. Alla 10° giornata, infatti, l’Avellino è a metà classifica con 10 punti conquistati. La truppa di Marchesi si supera la giornata seguente quando batte addirittura la Juventus (1-0; De Ponti su rigore), la vittoria permette ai lupi di agguantare in classifica proprio i bianconeri: “L’Avellino deve badare solo a salvarsi. Vi prego, non facciamo paragoni assurdi. I nostri obiettivi, i nostri programmi non sono quelli della Juventus”, dirà Marchesi al termine del match. Quella con la Juventus risulterà la gara con il maggior numero di spettatori, quasi 35.000, frutto di oltre 22.000 paganti che faranno incassare alla società la bellezza di 112 milioni di lire.

Avellino-Juventus: la rete decisiva di De Ponti

Doppio turno casalingo che ha fruttato alla società la bellezza di 245 milioni di lire: niente male per una provinciale. L’Avellino riesce a dare continuità nei risultati anche in quel di Ascoli, quando De Ponti e company portano a casa il nono risultato utile consecutivo (quinto 0-0 in dodici gare). La serie positiva termina alla 13° giornata, quando la Fiorentina dell’ex Carosi infligge un pesante 3-0 ai biancoverdi. La sconfitta, comunque, non lascia strascichi negativi sulla squadra che già la partita successiva ritorna ad incamerare punti. Affetto da “pareggite” l’Avellino chiude il girone di andata con altri due pareggi contro Perugia (2-2) e Roma (1-1). Al termine del girone di andata la classifica recita: Inter punti 21; Milan p. 19; Perugia p. 17; Torino e Roma p. 16; Avellino ed altre cinque squadre p. 15. I lupi si ritrovano con 2 punti in più sulla zona salvezza e a -2 punti dalla zona Uefa, quell’anno ridimensionata a soli due posti, contro i quattro dell’anno prima, per via degli scarsi risultati da parte dei club italiani nelle precedenti edizioni delle competizioni europee che hanno fatto perdere posizioni al campionato italiano nel ranking UEFA. Marchesi, comunque, guarda sempre alla salvezza: “Avevo preventivato 12 punti per l’andata. Ne abbiamo fatti 3 in più, quindi siamo in attivo. Siamo andati oltre le aspettative più rosee. Per il futuro non faccio nessuna previsione di classifica, tranne quella di raggiungere una posizione tale che consenta di salvarci”.

Roma-Avellino 1-1: Piga firma il momentaneo vantaggio

Ritorno

L’Avellino apre positivamente anche il girone di ritorno, nella trasferta contro la Lazio, infatti, arriva l’ennesimo pareggio (1-1; Stefano Pellegrini). Ormai la squadra di Marchesi non fa più notizia, i biancoverdi si permettono il lusso di battere anche il Milan (1-0; Cattaneo) e di portarsi a due punti proprio dai rossoneri, secondi in classifica: “Il campo era molto pesante, difficile giocare su un terreno così, eppure i miei ragazzi hanno fornito un’eccellente prestazione. Sono soddisfattissimo di tutti undici i giocatori”, sono le parole di un soddisfatto Marchesi.

Avellino-Milan 1-0: lo zampino decisivo di Cattaneo

L’Avellino allunga la serie positiva dopo il pari contro il Torino (2-2; De Ponti e Cattaneo) e la vittoria contro il Catanzaro (2-0; C. Pellegrini e Massa), che proiettano i biancoverdi al terzo posto in classifica: Inter punti 27; Milan p. 22; Juventus, Perugia, Avellino e Roma p. 21. Tifosi entusiasti, con la squadra che vola in zona UEFA grazie anche al premio di 170 milioni messo in palio da Sibilia. All’Avellino piace stare tra le grandi. Dopo sei risultati utili consecutivi (14°-19°) i biancoverdi si arrendono al Bologna (0-1), riscattandosi però prontamente con due vittorie consecutive contro Pescara (2-0; Beruatto e S.Pellegrini) e Udinese (1-0; C. Pellegrini). La vittoria in Friuli fa balzare la squadra irpina addirittura in seconda posizione, alla 22° giornata la classifica lascia poco spazio all’immaginazione: Inter punti 33; Milan, Juventus e Avellino p. 25. L’Avellino è in piena lotta per un posto in UEFA. Ma quando tutto sembra presagire ad un finale di stagione esaltante ecco apparire l’ombra del totonero. Il primo marzo del ’80 la Procura della Repubblica di Roma mette a verbale la confessione fiume di Cruciani, commerciante di frutta sull’orlo del fallimento, le cui disgrazie erano iniziate quando Alvaro Trinca, ristoratore, gli aveva presentato alcuni calciatori eccellenti. I due commercianti avevano messo su un losco giro di scommesse grazie all’aiuto dei calciatori i quali a loro volta prendevano accordi con colleghi di altre squadre per alterare i risultati. Tra le squadre coinvolte risulta anche l’Avellino, mentre spuntano fuori i nomi di Di Somma, Cordova, Cattaneo e Stefano Pellegrini.

Stefano Pellegrini

La squadra inevitabilmente accusa il colpo. Alla 23° giornata il Napoli sbanca il Partenio (2-3; doppietta di De Ponti, uno su rigore), la sconfitta manda su tutte le furie l’amministratore delegato Sibilia. Bersaglio principale l’allenatore Marchesi: “Questa non me la dovevano fare, me la pagheranno. Sono stufo della prudenza del nostro allenatore, troppo fairplay. Lo stipendio che gli pago è da scudetto, basta con le professioni di umiltà”. Il rapporto tra Marchesi e Sibilia è ormai al capolinea. L’allenatore, all’indomani della gara contro il Napoli, convoca una conferenza stampa dove annuncia che al termine della stagione lascerà l’Irpinia: “Il mio ciclo ad Avellino può dirsi chiuso. Quando non trovi una stabilità di rapporti, è meglio cambiare aria”. Ma i guai in casa biancoverde sono solo all’inizio. Il pari interno contro il Cagliari (2-2; autorete di Brugnera e S. Pellegrini) serve a poco in chiave Europa. In Italia, ormai, non si parla altro che di calcio-scommesse, la vicenda legata alle partite truccate esplode definitivamente il 23 marzo 1980. Al termine della gara Avellino-Cagliari, Stefano Pellegrini viene prelevato negli spogliatoi e portato in carcere: è accusato di associazione a delinquere. Al Pellegrini viene contestato un assegno di 3 milioni staccato da Cruciani, maggiore accusatore dei calciatori, in favore della moglie. Secondo l’accusa la consorte avrebbe ricevuto l’assegno in seguito all’addomesticamento di Lazio-Avellino. L’ambiente avellinese è scosso. Oltre all’arresto di S. Pellegrini bisogna fare i conti anche con gli ordini di comparizione per Di Somma, Cattaneo, Cordova e Claudio Pellegrini. All’Avellino vengono contestate tre partite: Avellino-Perugia 2-2; Lazio-Avellino 1-1 e Bologna-Avellino 1-0. Sia il Presidente Sara (“Un fatto che mi sconvolge. Mi auguro che tutto possa chiarirsi in tempi brevi”), che Sibilia (“Mi auguro che la verità venga a galla al più presto per il bene del calcio italiano”) sperano nel buon esito delle indagini. In campionato, come facile pronosticare, l’Avellino crolla definitivamente.

Bologna-Avellino 1-0: la rete di Savoldi

I biancoverdi dicono addio all’UEFA dopo le sconfitte contro Inter (0-3) e Juventus (0-2), che fanno scivolare la squadra di Marchesi in piena metà classifica, a quattro punti dal terzo posto. Ormai priva di stimoli l’Avellino non riesce più a vincere una partita in questo finale di stagione, rimanendo senza vittorie per 8 giornate (23°-30°). Dopo il pari contro l’Ascoli (2-2; Romano e Valente), arrivano tre sconfitte consecutive contro Fiorentina (0-2), Perugia (1-2; Massa) e Roma (0-1), che fanno concludere la squadra biancoverde al 12esimo posto in classifica a quota 27 punti. Al termine del processo relativo al calcioscommesse, invece, l’Avellino eviterà la retrocessione in B ma verrà sanzionato con una penalizzazione di 5 punti da scontare nella stagione 1980-81. Stefano Pellegrini verrà inibito per 6 anni, 1 anno e 2 mesi a Cordova per ommessa denuncia. Cattaneo, Di Somma e De Ponti verranno assolti da ogni accusa. La serie A è salva.

Marchesi portato in trionfo: l’Avellino è salvo

La nota

L’Avellino è stato pressoché perfetto fino allo scoppio del totonero. La squadra di Marchesi è stata la vera sorpresa del campionato fino ad una manciata di gare dalla fine, poi l’arrivo del calcioscommesse, con l’implicazione di diversi calciatori, unito all’addio anticipato di Marchesi, hanno fatto il resto. È stato un Avellino dai due volti. Sorprendente fino alla 22° giornata, quando era addirittura secondo in classifica, insieme al Milan e alla Juventus, piazzamento arrivato grazie alle 7 vittorie e gli 11 pareggi, con sole 4 sconfitte all’attivo. Dopo il buio. Nelle ultime 8 gare la squadra non ha più vinto racimolando solo 2 punti. L’UEFA è così svanita, anche se la salvezza è arrivata solo dopo la sentenza definitiva relativa al calcioscommesse.

Classifica 1979-80

L’Allenatore

Al secondo anno sullo scanno biancoverde Marchesi è riuscito nell’intento di agguantare un’altra salvezza, dissipando i contrasti avuti con la società prima dell’inizio del campionato. Il tecnico predilige una squadra raccolta, ma capace di distendersi velocemente in avanti. Difesa bloccata con Cattaneo e Romano (o Giovannone) marcatori sulle punte avversarie. Privo del classico regista, saranno sporadiche le apparizioni di Cordova, la squadra sopperisce alla qualità con la quantità. Mentre in avanti il tecnico non ha mai rinunciato alle due punte fisse, a volte con il supporto di una mezza punta. Il suo Avellino arriva ad un passo dalla zona UEFA, poi il crollo. A fine stagione l’addio dopo due buone annate.

Marchesi

La squadra

Le buone prestazioni di Piotti (1954; 30 presenze/31 reti subite), uno dei migliori portieri del campionato per rendimento, hanno richiamato anche l’attenzione del ct della Nazionale Bearzot, che convoca l’estremo difensore biancoverde per un’amichevole con la casacca della Nazionale Sperimentale, anticamera di quella maggiore. Per Stenta (1959; p. 1/1 rete subita), secondo di Piotti, solo uno spezzone di gara nel derby perso contro il Napoli. Il reparto difensivo è stato per gran parte del campionato l’anello forte della squadra, grazie anche ad una retroguardia composta da elementi già in rosa nella stagione precedente. Oltre a Piotti, infatti, Marchesi poteva contare sul libero Di Somma (1948; 26/0), vero baluardo difensivo, tanto da risultare, secondo la testata giornalistica del Guerin Sportivo, il calciatore con il miglior rendimento dell’intero campionato. Il compito di francobollarsi agli attaccanti avversari è ricaduto su Cattaneo (1951; 27/2), coadiuvato o da Giovannone (1956; 20/0) o da Romano (1956; 17/0). Mentre a sinistra la vera sorpresa è stato Beruatto (1957; 29/1), le convincenti prestazioni del terzino l’hanno fatto entrare nella top ten dei migliori calciatori dell’intero campionato. Il giovane Pozza (1961; 3/0) ha trovato spazio solo nel finale della stagione, quando la salvezza era ormai già acquisita. Orfano di Lombardi, Marchesi ha dovuto plasmare una squadra priva di un vero e proprio leader a centrocampo. Con l’arrivo ad ottobre di Cordova (1944; 5/1) il problema del regista sembrava risolto, ma l’esperto centrocampista ha dovuto fare i conti con una fastidiosa tendinite che gli ha fatto saltare quasi tutta la stagione. Marchesi si è quasi sempre affidato alla duttilità di Boscolo (1955; 26/0), alla concretezza di Valente (1951; 23/2) e alla velocità di Piga (1956; 27/1). Nel ruolo di interno ha trovato il suo spazio anche l’esordiente Ferrante (1959; 14/0), rilevandosi utili alla causa anche l’esperienza di Tuttino (1951; 12/0) e dell’altro esordiente Mazzoni (1957; 7/0). In attacco, Marchesi poteva su un poker di calciatori di tutto rispetto, soprattutto per una squadra che doveva lottare per salvarsi: De Ponti, Massa, Claudio e Stefano Pellegrini. Soprattutto il tandem di attacco titolare, De Ponti-C. Pellegrini, sembrava promettere bene per il gioco di rimessa improntato da Marchesi. L’Avellino, però, ha faticato parecchio a trovare la via della rete, soprattutto nella parte iniziale del campionato. L’Avellino crea anche parecchie occasioni da rete ma non finalizza. De Ponti (1952; 28/6) si conferma capocannoniere della squadra ma con tre rigori realizzati. Claudio Pellegrini (1955; 28/4) e Stefano Pellegrini (1953; 12/3) non fanno meglio in termini realizzativi, mentre Massa (1948; 22/2) paga la discontinuità di rendimento unita a più ruoli ricoperti (punta, mezzala, esterno di centrocampo). Da registrare l’esordio in massima serie di Carnevale (1961; 1/0) e Tolio (1960; 1/0).      

I MIGLIORI: Di Somma 6.82; Beruatto 6.57; Piotti 6.43.

I PEGGIORI: Tuttino 5.67; Massa 5.97; C. Pellegrini 6.00.

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