Dopo la storica promozione in serie B, ottenuta dopo un lungo tira e molla contro il Lecce, risolto solo nelle battute finali del campionato, l’Avellino si appresta a disputare la sua prima stagione in serie B. E pensare che la cadetteria era stata solo “assaporata” al termine del campionato 1948/49, quando dopo lo spareggio vinto contro il Catania (1-0 sul neutro di Milano), l’Avellino di mister Ricciardi si era guadagnato la promozione in serie B. Un presunto illecito sportivo fece saltare la promozione, con l’Avellino retrocesso addirittura in Promozione. Una punizione lunga…24 anni. Intanto, dopo i fatti accaduti durante la finale di Coppa Italia serie C contro l’Alessandria, il giudice sportivo decide di squalificare il campo degli irpini per due turni, infliggendo anche cinque giornate di squalifica al difensore Codraro e due a Palazzese, oltre ad un milione e mezzo di multa. Dopo un’interminabile tira e molla, Sibilia conferma l’allenatore del miracolo, Giammarinaro (portandogli l’ingaggio da 12 a 13 milioni di lire), ma della squadra che ha appena stravinto il campionato di C rimangono in pochi: il portiere Violo, i difensori Codraro e Fraccapani, i centrocampisti Piaser, Bongiorni e Zucchini, con quest’ultimi due ceduti poi a novembre.
Sibilia rifonda la squadra ribaltando completamente la rosa con gli acquisti dei portieri Candussi (Arezzo) e Lamia Caputo (Pro Vasto); in difesa arrivano Calosi (Napoli), Colletta (Monza) e Parolini (Arezzo); a centrocampo arrivano i vari Di Risio (Campobasso), Fava (Reggiana), Maiani (Como), Roccotelli (Barletta) e Scapecchi (Prato); mentre in attacco arrivano Di Carmine (Cagliari), Sperotto (Lucchese) e Turchetto (Catania). Anche la casella delle cessioni vede la partenza di elementi di spessore come l’ex capitano Pantani (Lecce), Marchesi (al Cagliari per 50 milioni) e Nobili (ceduto in comproprietà sempre alla società sarda, militante in serie A). Le altre cessioni riguardano quella del portiere Miniussi (la cui imbattibilità era arrivata a toccare quasi 1000 minuti) al Barletta, Piccinini (Lucchese), Zoff (Lecce), Palazzese (Brindisi), mentre Cattaneo, Caocci e Agostini vengono ceduti allo Spezia. Insomma, un’autentica rivoluzione.
La Coppa Italia
La squadra di Giammarinaro inizia bene la manifestazione. Costretta a giocare in campo neutro le partite casalinghe, vista la squalifica per due giornate del Comunale, l’Avellino ottiene un pari (0-0) contro la Reggiana, ottenendo una storica vittoria (la prima in competizioni ufficiali) contro il Napoli di Vinicio (3-2; 2 Turchetto, Roccotelli). L’Avellino sogna addirittura il passaggio del turno, ma le sconfitte esterne contro il Bologna (1-3; Zucchini) e Genoa (0-1) eliminano i biancoverdi dalla Coppa Italia. La classifica finale dice: Bologna (qualificato) e Napoli punti 5; Reggiana p. 4; Avellino p. 3; Genoa p. 2.
Il Campionato
Il 30 settembre del 1973 è un giorno storico per la società irpina, al Comunale arriva il Brindisi per l’esordio assoluto in serie B. L’Avellino sembra poter regalare la prima vittoria stagionale ai propri tifosi, ma la squadra di Giammarinaro alla fine paga di inesperienza e non sfrutta a dovere il doppio vantaggio, uscendo sconfitto contro la compagine pugliese (2-3; Sperotto, Fava). A Catanzaro invece, la squadra di Giammarinaro ribalta il doppio svantaggio e ottiene la prima, storica, vittoria in serie B (3-2; Turchetto, Sperotto, Roccotelli). Altra partita gettata al vento quella contro l’Ascoli, anche qui, l’Avellino riesce a portarsi sul 2-0 ma si vede costretto poi al pari (2-2; Parolini, Fava). Dopo tre giornate, l’Avellino risulta avere il miglior attacco (7 reti segnate) e la peggior difesa (7 reti subite). La sconfitta di Parma (0-1; la seconda in quattro gare) mette in risalto le difficoltà della squadra, con Giammarinaro sceso in campo a chiedere acquisti per rinforzare la rosa: “Molti ragazzi non sono tagliati per la B, servono rinforzi”. L’Avellino si rialza prontamente e contro il Bari ottiene la prima vittoria interna della stagione (1-0; Sperotto).
Calciomercato di Novembre
All’apertura del mercato di riparazione di novembre, Sibilia è categorico: “L’Avellino deve classificarsi nei primi cinque posti e la squadra deve essere rafforzata”. La difesa, il reparto più carente in questo avvio di stagione, viene rinforzato dagli arrivi di Fumagalli (Foggia) e Tugliach (Triestina). Il reparto nevralgico del campo vede l’arrivo di due elementi con spiccate doti offensive come “El Gaucho” Morrone (Foggia) e Ronchi (Modena). Squadra rivoluzionata quella di Giammarinaro che vede la partenza di due artefici della splendida promozione dell’anno prima: Zucchini (Pescara) e Bongiorni (Massese). Oltre a loro, vengono ceduti anche i difensori Capoccia (Modena) e Colletta (Latina), i centrocampisti Maiani (Monza) e Scapecchi (Grossetto), gli attaccanti De Foglio (Latina) e Di Carmine (Livorno). Esclusi Zucchini e Bongiorni, tutti gli altri erano stati acquistati nella sessione di mercato di luglio.
Il caso Scala
Dopo la roboante campagna acquisti che ha visto l’arrivo in Irpinia di ben quattro elementi, Sibilia non si sente ancora appagato e vuole regalare a Giammarinaro un altro tassello da aggiungere all’organico. Il presidente non bada a spese e dal Bologna acquista Scala, una mezzapunta dai “piedi buoni”. Ai felsinei vanno 95 milioni per la comproprietà del cartellino, al calciatore un ingaggio da 28 milioni di lire, 10 in più di quelli che prendeva a Bologna. Il calciatore, però, rifiuta il trasferimento in Irpinia: “La notizia del mio trasferimento l’ho saputa da un giornalista il venerdì e il lunedì mi è arrivato il telegramma della società che mi annunciava la cessione all’Avellino. Se mi avessero parlato, se mi avessero trattato con schiettezza sarei anche andato. Io non ho niente contro l’Avellino, ho anche rifiutato diversi milioni in più”. La notizia del rifiuto del calciatore crea scompiglio anche in Federazione, infatti non era mai successo che un calciatore rifiutasse un trasferimento. Pasqualin, segretario dell’AIC (associazione italiana calciatori), sbotta: “Devono capire che un giocatore è un uomo e non un pacco che viene spedito di qua e di là”. Chi si sente defraudato, però, è Sibilia: “Io compro tutto Scala e poi non lo faccio più giocare al calcio”. Alla fine intervengono Franchi (presidente federale) e Carraro (presidente della Lega) che con una mediazione riescono a far annullare il contratto. All’Avellino vengono dati dieci giorni in più per fare mercato. Scala così “ritorna” al Bologna ma viene emarginato nella squadra Primavera. Il 14 aprile del 1974, l’AIC indice una nuova forma di protesta, con l’inizio delle partite ritardate di 10 minuti. Con il caso Scala parte l’operazione “firma contestuale”, per ottenere l’ufficialità del trasferimento occorrerà anche il parere del calciatore stesso, cosa che prima non accadeva. Nella finestra aggiuntiva di mercato, l’Avellino trova in Selvaggi, giovane attaccante della Roma, il sostituto di Scala. Ottenuto il placet dalla società capitolina, il calciatore inizia anche ad allenarsi regolarmente con i nuovi compagni, ma la Ternana, che detiene la metà del cartellino, si irrigidisce e alla fine l’acquisto salta. La Roma si fa “perdonare” cedendo la punta Pellegrini, mentre dal Napoli, dopo il rifiuto di Montefusco, arriva il mediano Collavini.
Nove risultati utili consecutivi
Con gli innesti di Morrone a centrocampo e di Fumagalli in difesa, l’Avellino strappa un buon punto in quel di Brescia (0-0), piazzando un’altra vittoria contro l’Arezzo (1-0; Piaser). Dopo sette giornate i lupi si ritrovano a ridosso delle prime: Ascoli e Novara punti 10; Varese e Como p. 9; Avellino, Reggina, Brescia, Ternana, Parma, Catania e Palermo p.8. Il periodo positivo in casa biancoverde continua in quel di Taranto (0-0), poi altri due pareggi contro Varese (1-1; Piaser) e Spal (1-1; Parolini), prima del rinvio della gara contro il Catania. Contro il Como arriva il quarto pareggio consecutivo (1-1; Turchetto), mentre nel recupero della gara contro il Catania ci pensa l’attaccante Sperotto a regalare i due punti (1-0). La squadra di Giammarinaro, dopo un avvio altalenante, è la vera sorpresa del campionato anche dopo l’ennesimo pareggio (ben sei tra la 6° e la 13° giornata) ottenuto in quel di Reggio Emilia contro la Reggiana (1-1; Sperotto). Dopo nove risultati utili consecutivi (5°-13°) l’Avellino cade a Perugia (0-1), riprendendosi immediatamente la giornata seguente contro la Ternana (1-0; Sperotto). Alla 16° arriva la sospensione della gara contro il Novara (gara fermata al 47’ per nebbia sul risultato di 0-0), poi roboante vittoria contro la Reggina (3-0; Roccotelli, autorete di Poppi, Fava), prima del nuovo stop esterno contro l’Atalanta (0-1). Dopo il pari di Novara (0-0 nel recupero), il girone di andata si chiude con la sospensione della gara contro il Palermo per impraticabilità del campo. Al giro di boa, Sperotto e company sono saldamente ancorati al treno promozione: Ascoli punti 26; Varese e Como p. 24; Spal p. 23; Ternana p. 22; Parma p. 21; Avellino (una gara in meno), Taranto, Brindisi e Novara p. 20.
Il ritorno (19°-38°)
I biancoverdi aprono il girone di ritorno con tre pareggi consecutivi contro Brindisi (1-1; autorete di Sensibile); Palermo (0-0 nel recupero della 19° giornata) e Catanzaro (1-1; Sperotto su rigore), uscendo sconfitti in casa della capolista Ascoli alla 22° (0-2). Dopo sei gare senza vittorie (18°-22°), l’Avellino ritrova il sorriso battendo il Parma (2-0; Turchetto, Roccotelli), portandosi nuovamente a ridosso delle prime anche se i punti di distacco dalla terza iniziano ad aumentare: Ascoli punti 33; Varese p. 31; Como p. 29; Ternana p. 28; Spal p. 26; Parma e Avellino p. 25. La sconfitta che molto probabilmente mette fine ad ogni velleità di promozione è quella subita contro il fanalino di coda Bari (0-1), l’Avellino ha un sussulto la giornata seguente (25°) contro il Brescia (1-0; Roccotelli), ma i punti di distacco dalla terza (Como) iniziano a pesare (-5). L’Avellino viene risucchiato in classifica dopo il solo punto conquistato dalla 26° alla 31°: Arezzo (0-3); Taranto (1-1; Pellegrini); Varese (2-3; Sperotto su rigore e Collavini); Spal (0-2; sconfitta interna dopo 13 risultati utili consecutivi ottenuti al Comunale); Catania (0-1) e Como (1-2; Roccotelli su rigore). Dalla possibile lotta alla promozione ora ci si deve guardare le spalle, alla 31° giornata il Perugia (terz’ultimo a quota 25 punti) è indietro di soli di tre punti.
Il doppio turno casalingo capita nel momento migliore (32° e 33°), i biancoverdi sfruttano a dovere il Comunale ottenendo una vittoria sulla Reggiana (1-0; Fava) ed un pareggio contro il Perugia (0-0), con gli umbri (sempre terz’ultimi) tenuti a debita distanza (+ 3 a cinque giornate dalla fine). Contro la Ternana, una squadra in piena lotta per la promozione, arriva l’ennesimo stop esterno (1-3; Roccotelli), mentre i due punti conquistati contro il Novara (3-1; Roccotelli, Fava su rigore, Pellegrini) profumano di salvezza. La truppa di Giammarinaro ipoteca la permanenza in serie B dopo la preziosissima vittoria ottenuta contro i piemontesi, attuando l’allungo decisivo a tre giornate dalla fine: Avellino punti 33; Perugia, Pescara, Brindisi p. 32; Reggiana p. 30; Reggina p. 28; Bari e Catania p. 26. I cinque punti di distacco dalla terz’ultima mettono i lupi a riparo da possibili sorprese, e nonostante la sconfitta contro la Reggina (0-1), i lupi brindano alla matematica salvezza a 90’ dal termine, quando tra le mura amiche battono l’Atalanta (2-1; Ronchi, Codraro). La serie B è salva ! Gli irpini chiudono il primo anno in cadetteria con la sconfitta esterna (la dodicesima su diciotto incontri in trasferta) di Palermo (0-2). L’Avellino termina la stagione al 14° posto con 35 punti conquistati, frutto di 11 vittorie, 13 pareggi e 14 sconfitte.
La nota
La matricola irpina ha ben impressionato durante il girone di andata, chiuso al sesto posto con all’attivo ben 21 punti. Nel ritorno qualcosa è cambiato, complice anche una serie di infortuni che hanno limitato la squadra. Nella seconda parte della stagione i lupi hanno racimolato solo 14 punti, con il solo Catania (7 punti) peggio dei biancoverdi. Complice un cammino in trasferta alquanto drammatico (un pareggio, a Brindisi, e nove sconfitte consecutive patite nel ritorno) ed una difesa tra le più battute del campionato (39 reti subite, peggio solo l’Arezzo con 41 e il Palermo con 42). Fortunatamente, il fattore casa ha fruttato 27 dei 35 punti totali conquistati. La matematica salvezza, alla fine, è arrivata ad una giornata dal termine.
L’allenatore
Artefice della splendida promozione ottenuta la stagione precedente, Giammarinaro, dopo un lungo tira e molla con Sibilia, viene riconfermato alla guida dei lupi, al loro primo campionato in serie B. Partito con l’obiettivo della salvezza, il tecnico ha assaporato per buona parte della stagione la possibilità di giocarsi addirittura la promozione in massima serie, vanificando ogni possibile chance dopo un girone di ritorno molto negativo. Complice una squadra completamente rinnovata (rimangono in sei della vecchia guardia), Giammarinaro è stato abile ad amalgamare subito la squadra, ottenendo punti pesanti nella prima parte del campionato che sono valsi una buona fetta di salvezza.
La squadra
Giammarinaro ha fatto ruotare buona parte della rosa arrivando a contare, al termine della stagione, la bellezza di ben 26 giocatori utilizzati. Tra i pali, il tecnico ha inizialmente dato fiducia a Lamia Caputo (1941; 12 presenze/13 reti subite), salvo poi dare la titolarità a Candussi (1950; 23/-20), arrivato a toccare anche 468 minuti di imbattibilità. Violo (1947; 6/-6) è stato gettato nella mischia solo in caso di necessità. La difesa è stata il vero tallone d’Achille della squadra. La retroguardia irpina infatti, è stata una tra le più battute del campionato con 39 reti subite. Giammarinaro ha dovuto più volte cambiare gli elementi del reparto difensivo senza trovare, probabilmente, una giusta quadra. Il tecnico ha potuto contare sulla riconferma di Codraro (1946; 35/1) nel ruolo di terzino destro; il ruolo di stopper è stato affidato a Parolini (1945; 25/2); mentre quello di libero se lo sono spartiti Calosi (1944; 19/0) e Fraccapani (1948; 29/0), con quest’ultimo utilizzato anche in mediana. Partito Coletta (1948; 3/0), molto utile è stato l’arrivo a novembre di Fumagalli (1947; 33/0), utilizzato sia da terzino sinistro che da centrale. Il giovane Tugliach (1953; 10/0) ha trovato poco spazio nell’arco della stagione, così come l’esordiente Cottone (1955; 1/0). Il vero jolly di Giammarinaro è stato Piaser (1946; 25/2), utilizzato principalmente su tutto l’out di sinistra, sia di difesa che di centrocampo, trovando spazio anche nella zona nevralgica del campo. Il versante opposto della squadra irpina è stato saldamente nelle mani, e nei piedi, di Roccotelli (1952; 37/7). L’estrosa ala destra biancoverdi ha sfoderato prestazioni importanti tanto da calamitare l’attenzione di squadre di categoria superiore. Senza dimenticare le sette realizzazioni, bottino di non poco conto per il calciatore, esordiente in serie B.
Le chiavi del centrocampo sono state affidate a Fava (1945; 38/5), mentre spesso e volentieri Giammarinaro ha cambiato il partner di quest’ultimo. Partito Zucchini (1947; 4/0), nel ruolo di mediano, oltre agli adattati Fraccapani e Piaser, il tecnico ha potuto contare sia sull’esperienza di Morrone (1941; 26/0), che sulla freschezza di Collavini (1951; 24/1), con quest’ultimo utilizzato anche a sinistra. Bongiorni (1947; 2/0), Maiani (1946; 3/0) e Scapecchi (1947; 2/0) sono stati ceduti a novembre. Solo scampoli per Pellegrino (2/0). In attacco, il tecnico ha rinunciato al tandem Turchetto-Sperotto solo in causa di forza maggiore. Attaccante di “peso” Sperotto (1950; 34/8), capocannoniere della squadra, colui che faceva a sportellate con i difensori avversari per creare gli spazi per gli inserimenti dei compagni. Seconda punta Turchetto (1944; 29/3), che ha vissuto una stagione tra alti e bassi senza lasciare il segno. A campionato in corso sono arrivati Ronchi (1947; 18/1) e Pellegrini (1953; 11/2), mentre ha esordito in B anche Pisaniello (1/0).