Il 23 febbraio del 1947, l’Avellino scende in campo contro il Benevento con una maglia di colore verde, maglia che rimarrà immutata fino ai giorni nostri. La leggenda vuole che il tutto nacque da uno scambio di opinioni circa la dolcezza dei liquori prodotti nelle rispettive zone. Siamo subito dopo il dopoguerra, Avellino e Benevento sono le uniche squadre campane inserite nel girone B di serie C della Lega Sud. Il derby con il Benevento, sin dagli anni ’20, è sempre caratterizzato da episodi di violenza tra calciatori, dirigenti e tifoserie delle due squadre. Si arriva, così, a quell’attesissima partita. Nei giorni precedenti alla gara c’era stato uno scambio di opinioni a distanza tra le opposte tifoserie. Gli avellinesi decantavano l’Anthemis prodotto dai padri benedettini, di colore verde, mentre i sanniti replicavano con lo Strega, di colore giallo. Il 23 febbraio del 1947, le due squadre scendono in campo con le maglie i cui colori identificano i due liquori. Il Benevento scende in campo con una divisa di colore giallo, l’Avellino con una maglia di colore verde. Vinse il Benevento per 1-0, ma da quel giorno il verde identificherà per sempre la maglia dell’Avellino. Ma che cos’è l’Anthemis? È un liquore dal gusto forte e delicato che, secondo l’antica tradizione monastica, nasce da un piccolo fiore profumato che si trova sulla sommità del Partenio. Viene prodotto e imbottigliato nell’antica Fabbrica di Liquori dell’Abbazia Benedettina del Loreto di Montevergine. Ma la storia dell’Anthemis è vera o è una leggenda? Qualche anno fa, il giornalista Antonio Pescatore, nonché memoria storica, disse: “In tutti questi anni qualcuno ha sostenuto che il colore verde della maglia dell’Avellino sia stato scelto in riferimento all’Anthemis, liquore di casa nostra, che avrebbe il potere di allontanare la malasorte dello Stregone beneventano. Ricordo bene, invece, che la maglia biancoverde fu fortemente voluta da un nostro vecchio Presidente, Annino Abate, ancor prima che diventasse il maggiore dirigente del club. Quei colori decisi e significativi gli ricordavano la nostra terra e da allora ci hanno sempre contraddistinti”. Il mistero resta, la leggenda continua a vivere. Resta il fatto che quel 23 febbraio del 1947 fu scritta una pagina significativa della Storia dell’Avellino calcio.