Ore 19:34 del 23 novembre del 1980, un sisma di magnitudo sette della scala Richter devasta l’Irpinia. Una forte scossa dalla durata di circa 90 secondi provoca 2.914 morti, 8.850 feriti ed oltre 280mila sfollati. L’epicentro del sisma si registra tra i comuni di Conza della Campania e Teora. Poche ore prima, l’Avellino di Vinicio aveva da poco battuto l’Ascoli. Siamo all’ottava giornata del campionato 1980/81. Erano passati pochi mesi dal “terremoto calcistico” che aveva scosso le fondamenta dal calcio italiano, tra le vittime anche l’Avellino. Al termine delle sentenze riguardanti il calcioscommesse, la squadra irpina era uscita con la pesante penalizzazione di cinque punti, una montagna all’apparenza insormontabile per una piccola realtà come quella avellinese. Juary e company, però, impiegano cinque giornate per annullare il gap della penalizzazione, alla settima giornata l’Avellino è ultimo con due punti in classifica. La partita contro l’Ascoli è di vitale importanza nonostante le poche giornate trascorse. Quella contro i marchigiani è una partita briosa e piacevole, che conferma il buon avvio di stagione di entrambe le squadre. Un’autorete di Mancini (’11) porta in vantaggio i lupi, l’ex Trevisanello (’23) firma il momentaneo pareggio. Ci pensa il folletto brasiliano Juary (’34) a portare nuovamente in vantaggio i biancoverdi.
L’Avellino allunga con Ugolotti (’46), prima che Scanziani (’63) dimezzi lo svantaggio. Ci pensa ancora una volta Ugolotti a mettere la parola fine al match, quando l’attaccante biancoverde trasforma un calcio di rigore procurato da uno scatenato Juary. L’Avellino, grazie ai due punti conquistati, abbandona l’ultimo posto, ma quello che accadrà poco dopo non abbandonerà mai più l’Irpinia. Dopo la scossa delle 19:34, la terra continuerà a tremare per altre cento volte, le scosse di assestamento dureranno un giorno. Il campo da gioco dello stadio Partenio è convertito in eliporto, mentre il Partenio B è usato come tendopoli per gli sfollati. Sull’Irpinia piovono gli aiuti internazionali: 70 milioni di dollari dagli Stati Uniti, 32 dalla Repubblica Federale Tedesca, 10 dall’Arabia Saudita. Gli stanziamenti autorizzati dal Bilancio dello Stato, invece, raggiungono la bellezza di 50.620 miliardi. La ricostruzione fu, però, uno dei peggiori esempi di speculazione su di una tragedia. “C’era una situazione drammatica, persone che tiravano i propri parenti dalle macerie. C’è un ricordo che non dimenticherò mai a Piazza Libertà. C’era una signora che piangeva i suoi cari, passandomi accanto, mi disse: Salvatore (Di Somma, ndr) hai visto che è successo? Però oggi che bella vittoria abbiamo fatto!”.
Avellino, 23 novembre 1980
Avellino-Ascoli 4-2
Avellino: Tacconi 6, Beruatto 6, Giovannone 6, Valente 6, Cattaneo 6, Di Somma 7, Piga 7, Repetto 7, Ugolotti 7, Vignola 6 (67’ Stasio 6), Juary 7. In panchina: Di Leo, Ipsaro, Limido, Massa. Allenatore: Vinicio
Ascoli: Muraro 5, Anzivino 5, Mancini 5, Perico 5, Gasparini 5; Scorsa 5, Torrisi 5 (67’ Pircher 5), Moro 7, Trevisanello 7, Scanziani 5, Bellotto (74’ Paolucci s.v.). In panchina: Pulici, Bellomo, Boldini. Allenatore: Fabbri G.B.
Arbitro: Benedetti di Roma 5
Marcatori: 11’ autorete di Scorsa (Av), 23’ Trevisanello (As), 34’ Juary (Av), 46’ Ugolotti (Av), 63’ Scanziani (As), 81’ (rig.) Ugolotti (Av).
Spettatori: 20 circa di cui paganti 7.268, incasso 38.625.000 lire
Ammoniti: Anzivino, Vignola, Di Somma. Angoli 10 a 4 per l’Avellino.